Nell'estate del 1913, il tenore Giovanni Zenatello e l'impresario teatrale Ottone Rovato assunsero il rischio finanziario di promuovere in Arena una grandiosa manifestazione lirica per celebrare il centenario della nascita di Giuseppe Verdi. Con la messa in scena di Aida l'Arena di Verona divenne il più grande teatro lirico all'aperto del mondo: primato che tuttora mantiene. Quella del festival areniano è una tradizione affascinante perché porta con sé ottanta stagioni di opere, balletti e concerti che si sono susseguiti sull'enorme palcoscenico offrendo grandi interpretazioni di prestigiosi artisti. Alcuni di loro arrivarono a Verona semisconosciuti e se ne andarono pronti per una carriera ricca di successi, regalo dell'anfiteatro scaligero.
Prima fra tutti fu una certa Maria Callas, che nel 1947 arrivò a Verona da New York dopo una traversata spaventosa, con una valigia di cartone e con pochi soldi in tasca. Fu una splendida Gioconda di Ponchielli: così notevole da permetterle finalmente di brillare nel firmamento della musica. La sua esperienza veronese durò fino al 1954. Durante le settantanove stagioni che si contano da quella data, l'organizzazione teatrale ha subito numerose trasformazioni. Dal 1914 vari privati s'incaricarono di gestire le stagioni areniane, tra i quali ancora Zenatello, ideatore del festival, la società Lyrica Italica Ars (1919-1920), la Casa Musicale Sonzogno di Milano (1921-1922) e l'impresario Gino Bertolaso dal 1923 al 1926. Un rinnovamento negli allestimenti scenici si ebbe poi con la gestione dell'Ente Fiera di Verona nel 1930 e 1931, mentre il 1934 vide la nascita dell'Ente Comunale degli Spettacoli che organizzò il festival estivo di quell'anno.
Ma fu nel 1936 che venne costituito l'Ente Autonomo Spettacoli Lirici Arena di Verona, chiamato anche Ente Lirico Arena di Verona, che da quel momento in poi avrebbe gestito le rappresentazioni in Arena avvalendosi dell'attività di un Sovrintendente, al quale si sarebbe affiancato dal 1967 quella di un Direttore Artistico, in seguito all'intervento regolatore statale che in quell'anno coinvolse tutti gli Enti Lirici.
Pur continuando a garantire la qualità degli spettacoli areniani, dal 1976 l'ente lirico veronese ha ampliato la propria attività artistica organizzando da ottobre a maggio spettacoli sinfonici, lirici e di balletto al Teatro Filarmonico, finalmente ricostruito dopo la distruzione sotto i bombardamenti dell'ultima guerra. Con questa novità, l'Ente ha potuto costituire complessi artistici (l'orchestra, il coro e il corpo di ballo) e tecnici stabili che rappresentano gli spettacoli allestiti a Verona e in trasferte nazionali ed internazionali.
A seguito del Decreto legislativo 367 del 29 giugno 1996 e del decreto legislativo 134 del 23 aprile 1998, l'Ente Lirico si è trasformato in fondazione di diritto privato dando così vita all'attuale Fondazione Arena di Verona che ha cominciato ad operare il 22 giugno 1998, con la Sovrintendenza del Dr. Renzo Giacchieri.
L'ingresso dei soci privati rappresenta una grande svolta nella vita dell'Arena, dando un nuovo impulso sul piano culturale. La Fondazione, infatti, come già l'Ente Lirico Arena di Verona, non ha scopo di lucro ed è principalmente volta a sviluppare l'attività artistica più importante della città, migliorando la qualità degli spettacoli e la loro capacità attrattiva sul pubblico e promovendo l'educazione musicale della collettività. Uno sforzo economico e culturale che ha portato ad un record di presenze nella stagione areniana del 2001 e che si riflette attualmente nel successo della campagna abbonamenti del Filarmonico.
Si tratta di un risultato incoraggiante se si considera che oggi il pubblico che assiste agli spettacoli lirici è profondamente variegato. Dal più appassionato melomane al turista che si avvicina all'opera per curiosità: l'Arena costituisce il punto d'incontro di questi due estremi, poiché sa coniugare la qualità della musica e dell'interpretazione vocale alla magnificenza delle proprie scenografie e alla magia del contesto storico del monumento.
L’Arena di Verona, tuttavia, è veramente fra le cenerentole del teatro lirico nazionale, come le recenti polemiche vorrebbero farci credere? Non si direbbe dal rapporto sui dati di bilancio 2002 stilato dal ministero dei Beni culturali: il teatro esce con un terzo posto in graduatoria generale, per niente disdicevole. Anzi, Verona è prima per numero di spettatori paganti e con la migliore media incassi: 35,24% (ma questo era facile immaginarlo), pur ricoprendo il terz'ultimo posto, nel contributo che lo Stato le concede annualmente di soli 14,895 milioni. Quello che non la fa disprezzare è anche la perdita di esercizio del 2002 (1.465.202 euro) che è pari a un 2,87% rispetto alle sue entrate. Su questo punto sta molto meglio di altri teatri importanti, come la Scala di Milano, che ha un rapporto negativo del 10%, l'Opera di Roma (5,4%), il Massimo di Palermo (9,7%), il Maggio Fiorentino (8,6%), il Teatro Lirico di Cagliari (14,4%), il Teatro Verdi di Trieste (4,2%) ed il Carlo Felice di Genova (10,3%).