L’esistenza di costi transazionali connessi agli aggiustamenti della struttura finanziaria può giustificare significative oscillazioni rispetto alla struttura finanziaria osservata dalla singola impresa ed il mix ottimale.
Fisher, Heinkel e Zechner risolvono il problema esplicitando in termini dinamici la teoria del trade-off e verificando, in un dato arco temporale, l’impatto delle determinanti sul range di variazione del rapporto di indebitamento.

Le ipotesi del modello sono le seguenti:
a) Le decisioni di investimento delle imprese sono esogene e quindi indipendenti dalla struttura finanziaria;
b) Il debito consente il vantaggio della deducibilità fiscale degli interessi passivi; l’aliquota societaria è TC;
c) Il debito presenta uno svantaggio a livello di imposte personali rispetto ai redditi di azioni: i capital gain e i dividendi si suppongono esenti; TP è l’aliquota fiscale marginale sui redditi da interessi;
d) In presenza di costi transazionali connessi all’emissione del debito; è necessario che TP sia miore di TC (aliquota fiscale societaria), perché sia giustificato l’uso del debito.

Il valore dell’impresa con struttura finanziaria ottimale può eccedere il valore della stessa impresa non indebitata solo per l’ammontare pari all’entità dei costi transazionali per l’emissione del debito ottimale.

Ciò significa che il valore dell’impresa indebitata riflette l’opportuità del suo indebitamento.

In conclusione si può affermare che:

· l’aumento dell’aliquota fiscale societaria (TC) e del tasso di interesse sulle attività prive di rischio e la diminuzione dell’aliquota fiscale personale sui redditi da interessi (TP), portano alla diminuizione dell’intervallo ottimale di variazione del debito e all’aumento dell’indebitamento ottimale iniziale;

· il debito genera un maggior vantaggio all’aumentare del rischio, poiché un maggior rischio comporta un tasso di interesse nominale maggiore, e quindi un maggiore scudo fiscale offerto dal debito che supera i maggiori costi di fallimento e transazionali;

· l’aumento dei costi di fallimento riduce il valore ottimale iniziale del debito; in presenza di costi di fallimento ridotti aumenta l’intervallo ammesso di oscillazione del debito;

· l’aumento dei costi transazionali aumenta l’intervallo di oscillazione del debito; se l’entità dei costi transazionali è inversamente proporzionale all’entità dell’emissione di debito e alla dimensione dell’impresa, si intuisce che le imprese di minore dimensione presentano intervalli di variazione del debito più ampi.

L’elevata variabilità del leverage dimostrerebbe l’efficacia di una teoria del trade-off dinamica in luogo di analisi fondate su valori storici.