La Sicilmontaggi è stata fondata nel 1960 a Priolo (Siracusa). E’ una società di tipo familiare inserita nel settore impiantistico, più precisamente si occupa di:
- montaggio di macchinari e apparecchi;
- fabbricazione e montaggio di strutture d’acciaio;
- installazione di tubature per uso sia civile che industriale;
- montaggio di cisterne di deposito fisse e galleggianti;
- manutenzione programmata, ordinaria, correttiva e d’emergenza;
- contratti di avviamento, con o senza collaudo.
La sua nascita è avvenuta in concomitanza all’espansione del polo petrolchimico Priolo-Augusta: qui sono stati eseguiti i primi lavori fino al 1975, anno in cui l’impresa ha deciso di espandere le proprie attività anche all’estero. I primi impianti sono stati costruiti in Algeria, in Egitto ed in Iraq; la caratteristica di quei contratti è che venivano definiti e conclusi con le società di engineering, senza alcun contatto con il cliente finale: la Sicilmontaggi non era ancora in grado di affrontare i rischi finanziari, fiscali e di risorse che tale tipo di contratti comportano nei Paesi esteri e le società d’ingegneria fungevano da “intermediari”. Il primo progetto acquisito con clienti e main contractor totalmente stranieri, ha riguardato la costruzione di un impianto per le produzioni di propilene nel 1991 in Francia per conto della Foster Wheeler francese (il cliente era la Exxon Polymeres).
Un’ulteriore fase di crescita dimensionale dell’azienda si è avuta a partire dal 1986 anno in cui la Sicilmontaggi, da semplice contrattista di montaggi meccanici, è diventata contrattista di montaggi meccanici multidisciplinari, cioè ha cominciato ad occuparsi anche delle opere civili, dei lavori strumentali ed elettrici, delle verniciature. Un esempio di opera di questo tipo è stata realizzata nel 1992-1993 in occasione del rifacimento del pontile di Gela, per conto della Praoil, in consorzio con la Snamprogetti S.p.A.; per la dimensione dei lavori la Sicilmontaggi ha strategicamente scelto di collaborare con la società in possesso del contratto turn-key, anziché ricevere l’offerta in subappalto.
Negli anni ‘90 l’impresa è cresciuta notevolmente sia a livello produttivo che dimensionale, grazie alla sua maggior specializzazione, alla crescita della sua immagine a livello internazionale e all’acquisizione di contratti di una certa rilevanza; per questo è aumentato il numero di unità di personale impiegate nell’azienda, è cresciuta la sua quota di mercato, sia in Sicilia, sia all’estero e sono aumentati gli utili.
Già nel 1995 sono stati eseguiti contemporaneamente tre progetti di grandi dimensioni di circa venti miliardi ciascuno, tra cui la costruzione della raffineria di “Leuna 2000” in Germania per la IPS (consorzio tra Technip, Lurgi, Thyssen). Nel 1996, per la prima (ed unica) volta, in occasione del progetto “Terminal Petrolchimical” realizzato in Congo per la Snamprogetti S.p.A., la Sicilmontaggi si è occupata anche dell’ingegneria dei serbatoi, della fornitura, della fabbricazione avvenuta in Italia e del montaggio in sito.
Un’altra fase importante è iniziata nel 1998 con l’acquisto di alcuni terreni in Venezuela e la costituzione della Simovensa, consorzio realizzato con una società locale che detiene il 51% del capitale, per una migliore disponibilità di uomini ed attrezzature; così la Sicilmontaggi si è esposta a rischi maggiori, ma ha potuto diminuire i propri costi diretti, perché ha la possibilità di mobilitare solo personale di staff e di supervisione italiano, mentre per il resto ha potuto utilizzare personale locale.Oggi le strategie della Sicilmontaggi sono orientate verso la conquista di una maggiore quota di mercato, aprendo a mercati come quelli del Nord Africa e dei Paesi Arabi, dove si avverte maggiormente il problema della mancanza di manodopera specializzata, ma è possibile operare con i TCN, vale a dire manodopera a basso costo che viene esportata (cioè assunta ed inviata in Paesi stranieri), come i Filippini, i Thailandesi e gli Indiani. In tal modo, l’impresa può essere più competitiva, offrendo il proprio prodotto a prezzi inferiori, grazie ai minori costi interni; infatti, rilevante è la differenza tra l’impiego di personale TCN e il personale italiano o locale, a livello di costi.
Inoltre, le decisioni strategiche intraprese negli ultimi anni hanno portato la Sicilmontaggi ad abbandonare, nel 1998, la costruzione di oleodotti e metanodotti, perché meno redditizi, nonché i contratti di manutenzione, prima eseguiti in Sicilia. La Sicilmontaggi ha invece preferito investire le proprie risorse nelle fermate, iniziate nel 1996 con il progetto Maxol: esse riguardano opere di modifica e manutenzione di impianti già avviati, che per tali motivi, devono arrestare temporaneamente la produzione; ciò causa la perdita di miliardi di lire al giorno, per cui la capacità di occuparsi di opere di tal genere risulta superiore a quella occorrente per la costruzione di nuovi impianti, quindi un rischio maggiore ed una logistica fortemente integrata. Questo si spiega considerando l’intensa mobilitazione di manodopera e le enormi risorse occorrenti, capacità che non tutte le imprese possiedono. Vi sono due fasi:
1. Fase preparatoria – viene svolta la programmazione di dettaglio;
2. Fase operativa – intervento a forte concentrazione di manodopera in tempi brevi, cioè mobilitazione di circa 400-500 unità di personale per un massimo di trenta - quaranta giorni.