I sette fratelli Maserati nascono a Voghera. Il padre, Rodolfo, è un macchinista ferroviere. Tutti i fratelli si occuperanno di meccanica, progettazione e realizzazione di automobili, ad eccezione di Mario, pittore, che è ritenuto, seppur con qualche incertezza, l'ideatore del marchio della Casa, il Tridente. Il primo ad interessarsi di motori è Carlo che, lavorando in una fabbrica di biciclette vicino a Milano, elabora un motore monocilindricoper velocipedi che viene, poi, prodotto dal Marchese Carcano di Anzano del Parco, nella sua fabbrica di motociclette. Carlo Maserati corre anche in sella alle biciclette Carcano, equipaggiate col motore da lui progettato, vincendo alcune corse e stabilendo, nel 1900, il record di velocità con 50 km/h. Nel 1901, Carlo si trasferisce alla Fiat e successivamente, nel 1903, alla Isotta Fraschini, dove è collaboratore tecnico e collaudatore. Alla Isotta fa assumere il fratello Alfieri che entra nell’impresa a solo sedici anni. Carlo ha una brillante ma breve carriera perchè muore a soli 29 anni, dopo aver lavorato e corso per la Bianchi, e dopo aver avviato, con il fratello Ettore, un'attività in proprio per la produzione di trasformatori di impianti elettrici per auto. Anche i fratelli Bindo ed Ettore iniziano a lavorare alla Isotta Fraschini: qui Alfieri diventa tecnico, in seguito, pilota e successivamente con Ettore assume la rappresentanza della ditta in Argentina, USA e Inghilterra. Nel 1912, è incaricato di avviare, per l'azienda, il servizio di assistenza clienti a Bologna. In ogni occasione, soprattutto nei momenti più difficili e tragici, oltre alle loro capacità individuali, emerge l’ineguagliabile intesa fraterna che li unisce e la singolare forza di volontà che condividono per affrontare, insieme, la loro ambiziosa avventura produttiva.
E' proprio a Bologna, in via de' Pepoli, che, il 1° dicembre 1914, Alfieri Maserati crea la "Società anonima Officine Alfieri Maserati", specializzata nell'elaborazione e nell'adattamento delle vetture Isotta Fraschini alle gare su strada; la società, in cui lavoravano anche Ettore ed Ernesto, aveva inizialmente soltanto 5 operai. Sarà proprio Ernesto ad occuparsi della società mentre Alfieri ed Ettore sono costretti a partire per la guerra.
Congedato prima della fine del conflitto, Alfieri avvia a Milano un'attività complementare per la produzione di candele di accensione da lui brevettate.
Dopo la guerra, la società viene trasferita in una nuova sede, alla periferia di Bologna. L'attività principale dei fratelli Maserati resta l'elaborazione delle Isotta Fraschini ma essi lavoreranno anche su altri tipi di vetture. Alfieri inizia la sua carriera di pilota e si dimostra subito un valido sportivo, vincendo alcune gare automobilistiche. L’impresa Diatto di Torino decide di affidargli la progettazione delle sue vetture e di farlo correre con queste. Nel 1924 viene squalificato, in occasione di un gran premio, per cinque anni (pena, peraltro, condonata dopo qualche mese per non avere egli stesso commesso il fatto) per aver sostituito il due litri della sua vettura con un motore di tre litri. Allontanato dalle corse, Alfieri decide di dedicarsi completamente al lavoro in officina e, dopo aver interrotto la collaborazione con la Diatto, nel 1925 concepisce la prima vettura interamente Maserati, la Tipo 26, che vince all'esordio nella propria classe, la Targa Florio del 1926, guidata dallo stesso Alfieri Maserati.
Come detto poco prima, sembra che la creazione del marchio Macerati sia proprio frutto dell’ingegno del fratello Mario, pittore, l’unico che ha sempre vissuto al di fuori del mondo dei motori. Sopra il radiatore della prima vettura Maserati, la Tipo 26, compare un marchio destinato ad accendere le emozioni degli appassionati di auto. Il marchio raffigura un Tridente. Per disegnarlo, Mario si ispira alla famosa statua che rappresenta il Dio Nettuno, a Bologna. Questo, in segno di potenza e di comando, impugna appunto un tridente.