Andrea Chiersi fornisce un’ottima introduzione all’argomento presentando obiettivi e critiche alla proposta di Tobin. Per comprendere al meglio l’utilità di una tassazione sulle transazioni del mercato dei cambi, viene anche presentata la struttura del mercato con un’attenta analisi delle principali fonti di instabilità.

La tesi, facendo riferimento al lavoro di Dornbush e Frankel (1988) fornisce un’interessante ed intuitivo modo per evidenziare come una tassa à la Tobin vada a impattare in modo diverso su investimenti a lungo e a breve termine. Viene per esempio calcolato che, per eguagliare un tasso di
interesse interno del 10%, un’imposta con aliquota dello 0,5% richiede un tasso di interesse estero del 11% per un investimento della durata di un anno e del 10,3% per un investimento della durata di cinque anni. Dall’altra parte invece, per rendere economicamente appetibile un investimento di tre giorni il tasso d’interesse estero dovrebbe salire al 113% e addirittura al 379% per investimenti di un giorno.

Andrea Chersi descrive anche l’applicazione di una Tobin tax a due stadi così come pensata da Spahn nel 1995. Una proposta che nasce con l’intento di diminuire l’incidenza della tassa nei periodi di normale funzionamento del mercato.

Di interesse anche il capitolo terzo, più tecnico, che fornisce le basi per un vero e proprio studio di fattibilità. Include considerazioni sui metodi di riscossione, sulla base imponibile ed eventuali esenzioni. Analizza il possibile gettito sotto diverse tipologie di aliquota dando anche enfasi alle diverse possibilità di elusione ed evasione dell’imposta tramite il passaggio dell’investimento in paradisi fiscali