A partire dalla metà degli anni ’70 Ducati (che già vantava una presenza nelle competizioni a livello internazionale) inizia a focalizzarsi sulla produzione di motociclette di grossa cilindrata.
La pesante crisi del settore (penalizzato dalla diffusione di massa dell’automobile) porta Ducati all’interno del Gruppo IRI, che a metà degli anni ‘80 vende la società al Gruppo Cagiva dei fratelli Castiglioni.
A partire dal 1995, e nonostante i risultati soddisfacenti di Ducati, il Gruppo Cagiva deve fronteggiare una grave crisi finanziaria (le cui conseguenze si riflettono anche sulla stessa Ducati, che deve ridurre la produzione), culminata nella cessione di Ducati al fondo d’ investimento americano TPG nel 1996.
Nessuna azienda annovera nella sua storia così tanti successi sportivi e turbolenze finanziarie come la Ducati. Sull'orlo della bancarotta, nel 1996 la casa motociclistica bolognese venne rilevata con un operazione di LBO dal fondo americano di private equity Texas Pacific Group e da altri investitori finanziari. L'operazione ha permesso l'acquisizione del controllo del ramo d'azienda Ducati dal gruppo Cagiva, costituendo il primo passo indispensabile per il rilancio del marchio affidato al manager Federico Minoli. I nuovi azionisti hanno con successo avviato un programma di Turnaround introducendo una nuova classe dirigente, investendo in R&D, espandendo il fatturato ed avviando una nuova strategia distributiva. Da allora, il fatturato della società è cresciuto notevolmente, grazie anche all'utilizzo del commercio elettronico per la distribuzione di accessori ed abbigliamento.
L'era del turnaround raggiunge il suo apice il 24 marzo del 1999 con l'entrata del titolo Ducati Motor Holding nelle Borse di New York e di Milano.