E’ il 5 settembre 1882 quando nello studio notarile di Antonio Mantero, il cavaliere Enrico Piaggio, nato a Quinto al mare e domiciliato a Genova, acquista un terreno ortivo di 4.800 mq al prezzo di 25.000 lire situato a Sestri Ponente, in località detta “Della Persa”.
Quella firma segna l’inizio di una lunga storia d’impresa che nel giro di pochi anni collocherà la Piaggio fra le imprese che fanno la storia economica del nostro paese.
Genova è in quegli anni di fine ‘800 protagonista di una tumultuosa fase di crescita, che continuerà ininterrotta fino alla prima guerra mondiale. Hanno sede in città: società anonime, attività finanziarie, aziende di trasformazione, e grandi compagnie di navigazione come la Navigazione Generale Italiana, la maggiore compagnia italiana.
Enrico, osservando le costruzioni di numerose imbarcazioni nei cantieri di Genova, decide di scommettere sulle ambizioni del nuovo giovane Stato Unitario che fa della Marina mercantile e militare la carta di presentazione nel mondo. Prevede così di potenziare la sua attività: cerca un nuovo spazio e apre uno stabilimento di lavorazione del legname per le forniture navali in prossimità dei cantieri.
Sestri Ponente in quegli anni conta 11.000 abitanti ed è il più grande cantiere della Liguria.
Enrico nella sua attività si avvale della collaborazione di ebanisti, intarsiatori, abilissimi maestri la cui creatività e capacità sarà riconosciuta a livello internazionale. Importante è poi la presenza del figlio Riccardo (imbarcato già all’età di 15 anni) che, grazie al suo talento e all’aggressiva capacità operativa, in pochissimo tempo cerca e trova nuovi soci per dare concretezza ai suoi progetti imprenditoriale. Dopo pochissimi anni infatti si separa dal padre e nel settembre 1887 trasforma la Società Rinaldo Piaggio in Piaggio & C.
Le cronache di quell’epoca riferiscono che tutte le navi più importanti varate dai cantieri liguri hanno l’arredamento e gli interni firmati Piaggio; anche la stessa Marina imperiale tedesca e molte altre società straniere ricorrono alla creatività e abilità delle maestranze di Sestri.
L’attività di Rinaldo non ha sosta: vengono acquistati nuovi terreni per ampliare lo stabilimento e mettersi in condizione di rispondere alla sfida del mercato, coadiuvato dell’economia italiana che conosce una fase di rapida espansione, la più accentuata di tutta la storia economica, dall’unità nazionale alla prima guerra mondiale.
Il decollo industriale coincide con il completamento della rete ferroviaria e con la crescita della domanda di materiale rotabile, per soddisfare l’esigenza del trasporto delle merci e delle persone.
Accanto alle costruzioni dei grandi piroscafi, ai loro arredi, ora la Piaggio punta al settore ferroviario, destinato a diventare progressivamente il suo nuovo centro di attività.
Lo stabilimento di Sestri non è più sufficiente così nel 1906 Rinaldo Piaggio firma con il Comune di Finalmarina (oggi Finale Ligure, in provincia di Savona) l’accordo per l’impianto, in Regione Isola, di una grande officina per la costruzione e la riparazione dei veicoli ferroviari.
Il settore dei trasporti rappresenterà sempre il più forte filo conduttore della Piaggio, a cui ora si aggiunge il settore delle costruzioni aeronautiche. A Finalmarina nel 1916 inizia, infatti, l’attività aeronautica Piaggio; dapprima con la riparazione e quindi con la costruzione, su licenza, di idrovolanti, richiesti per l’impiego nei trasporti e nelle comunicazioni derivanti dalla guerra.
Il legame con il settore navale, l’impegno nelle costruzioni ferroviarie ed ora aeronautiche, conoscono un’immediata integrazione nel ciclo produttivo. Del resto i primi aerei, gli idrovolanti, sono tecnicamente vicini alle imbarcazioni, le “barche con le ali”, com’è stato scritto
Si tratta di mezzi di volo che oggi appaiono goffi e pesanti, ma che in quel periodo rappresentavano comunque capolavori d tecnologia e di creatività.
Nuovo spazio risulta necessario: il cinquantatreenne imprenditore decide l’acquisizione delle Officine Aeronautiche “Francesco Oneto” di Pontedera - Pisa, città che in quegli anni è una delle prime italiane nella produzione aeronautica.
Caduta la domanda di guerra il ritorno alla normalità è carico di problemi e di precarietà. Nei primi anni postbellici nessuna nuova nave viene varata, con conseguenze negative sul settore dell’arredamento; continua, invece, e si sviluppa la produzione nel comparto delle costruzioni ferroviarie e soprattutto quelle aeronautiche.
Occorre però fare i conti con i nuovi tempi e nel 1920 la società in accomandita Piaggio & C. si costituisce in Società Anonima con la stessa denominazione.
La società “ha per scopo la costruzione e riparazione di materiale mobile ferroviario, tranviario e rotabile di ogni genere, l’esercizio dei cantieri per costruzioni navali, costruzioni aeronautiche, costruzioni meccaniche in genere, arredamento navi, lavorazione dei legnami in genere, estratti tannici e coloranti del legno, coltivazione e sfruttamento di foreste, produzioni carboni e loro derivati ed estratti, commercio di legnami in genere”.
Tra le più importanti figure di cui Piaggio ha potuto avvalersi ricordo:
Giovanni Pegna, uno dei più affermati ingegneri in Italia negli anni del primo dopoguerra; Rinaldo Piaggio acquista nel 1923 lo stabilimento di Roma Pegna-Bonmartini (per 1,7 milioni di lire) sia per beneficiare delle loro commesse sia per acquistarsi la creatività e le capacità dell’ingegnere. Progetto di Pegna era l’apparecchio terrestre tipo P1 chiamato Rondine: monoplano con un motore comune tolto da una motocicletta, sulla quale aveva già funzionato per varie migliaia di Km.
Giuseppe Gabrielli, destinato a diventare uno dei protagonisti della storia aeronautica italiana. Progetto importante è la creazione della galleria aerodinamica di Finale Ligure e della Vasca Idrodinamica, indispensabili per fare le prove di resistenza aerodinamica su modelli di legno di prototipi di aerei. La Galleria è tuttora funzionante all’interno della grande officina dello stabilimento di Finale.
L’apporto di Pegna e di Gabrielli è fondamentale per lo sviluppo del settore aeronautico della Piaggio, in quanto entrambi prospettano soluzioni tecniche molto avanzate e moderne.
La produzione di motori aeronautici ha inizio nel 1925 con l’acquisizione della licenza di fabbricazione dalla Bristol dello Jupiter, un motore radiale raffreddato ad aria.
All’inizio degli anni ’30 la Piaggio è ormai tecnicamente autonoma. Nasce così la prima generazione di motori interamente concepiti in casa (compresi i carburatori, i riduttori, ed i compressori).
Nel 1930 la Piaggio costruisce il primo elicottero che consegue un successo memorabile, battendo il record mondiale per altezza (m 18) e durata (8’45”).
La punta di eccellenza nella produzione ferroviaria viene raggiunta con la costruzione del treno per la Casa Reale e per le massime autorità dello stato: un convoglio formato da carrozze per il Re, la Regina, la Regina madre e per il Principe ereditario.
La ripresa registrata, sin dal 1932, si accelera durante gli anni dell’espansione coloniale, dal 1934 in poi, e nel periodo che precede il secondo conflitto mondiale.
Il 5 gennaio 1938 il senatore Rinaldo Piaggio muore a Genova all’età di 71 anni. Ancora attivo, ancora al proprio posto di comando nel gruppo da lui costituito per la realizzazione dell’aeroporto di Sestri Ponente.
La sua scomparsa segna la fine di un’epoca che coincide con le grandi trasformazioni nazionali, precedenti e successive alla Grande Guerra.
Gli stabilimenti di Finale vengono distrutti dai massicci bombardamenti degli Alleati durante la seconda guerra mondiale e questo mette in ginocchio Piaggio. Soltanto lo stabilimento di Sestri rimane operativo.
Dopo la guerra i figli di Rinaldo, Enrico ed Armando, iniziano l’opera di ricostruzione. Con l’operatività dell’azienda ridotta all’arredo navale, alla produzione di caldaie e alla riparazione di aerei, l’azienda riesce a risollevarsi producendo uno scooter, la Vespa.
La Vespa è una creatura di Enrico Piaggio, figlio di Rinaldo, e della sua determinazione a creare un prodotto di massa, a basso costo. Il prototipo dapprima chiamato Paperino (il nome italiano di Donald Duck) per la sua forma singolare, ad Enrico non piace ed egli chiede a Corradino D’Ascanio, ingegnere aeronautico ed inventore, di ridisegnarlo. Lo stabilimento di Pontedera diventa così il luogo di nascita della Vespa (1946).
La Vespa continua ad essere prodotta e diventa un’icona degli “spensierati anni 60”. Il successo dello scooter rigenera il settore aeronautico dell’azienda particolarmente per i velivoli di addestramento.
Nel 1948 la Piaggio torna al successo producendo il P136, un aereo bi-turbo anfibio, adottato dall’Aeronautica italiana per i voli di collegamento e trasferimento ed indirizzato ad una clientela facoltosa, che lo percepisce come “executive di lusso”.
Nel 1953 viene lanciato il P149 che ha grande successo militare, specialmente in Germania. In quegli anni Piaggio si conferma come solida azienda internazionale.
Nel 1957 è lanciato il P166 ben presto venduto all’estero e in dotazione all’Aviazione italiana come velivolo per l’addestramento ed i voli di collegamento.
Negli stessi anni aumenta la produzione di motori a turbina su licenza estera. Nel 1960 Piaggio ottiene una licenza da Rolls Royce per produrre il motore turbojet Viper.
Nel 1966 l’azienda si divide ufficialmente in due settori: uno votato alla mobilità individuale con la Vespa, e l’altro all’aeronautica comprensiva della produzione di aerei, motori e altre attività.
Nel 1980 il centro direzionale Piaggio di sposta da Genova centro e Sestri Ponente, in un’area confinante con l’aeroporto di Cristoforo Colombo.
Il progetto P180 inizia nel 1979 (in collaborazione con l’americana Lear Jet). Viene disegnato facendo ricorso alle soluzioni tecniche più avanzate, in grado di garantire una performance di eccellenza ed una superiorità rispetto agli aerei della stessa categoria.
Nel 1998 la Rinaldo Piaggio S.p.A. è trasformata nell’attuale Piaggio Aero Industries S.p.A.