La società Agricola Gian Piero Marrone snc, che è entrata a far parte della Società Consortile solo a metà del 2005, in un secondo momento rispetto alla costituzione nel luglio 2003 e per questo ha potuto partecipare al programma di finanziamento solamente per gli ultimi 19 mesi dei 38 previsti. L’Agricola Gian Piero Marrone è una piccola azienda di produzione vitivinicola a conduzione familiare che è situata all’Annunziata di La Morra nel centro delle Langhe e dell’area di produzione del Barolo. L’azienda si occupa della coltivazione dei vigneti, parte in proprietà e parte in affitto, e della produzione dei principali vini tipici della zona, quali il Barolo docg, il Nebbiolo d’Alba doc, il Barbera d’Alba doc, il Dolcetto d’Alba doc, il Langhe Arneis doc, il Langhe Favorita doc, il Langhe Chardonnay doc e il Moscato d’Asti docg. Analizzandone i mercati di riferimento, si può notare un progressivo aumento del processo di internazionalizzazione che ha raggiunto nel secondo semestre del 2006 una percentuale di esportazioni pari al 73% del fatturato, rispetto al 2005 dove l’export rappresentava il 65%. La clientela, prevalentemente costituita da ristorazione di medio e alto livello, si concentra nell’Europa continentale con prevalenza in Svizzera e Belgio. Le vendite sono gestite per la maggior parte direttamente dall’azienda in Europa e tramite importatori locali negli altri stati. In questi dati statistici occorre considerare che tutte le vendite effettuate in cantina sono considerate “Vendite in Italia”, anche se gli acquirenti sono soggetti non residenti nel nostro stato. Tale tipologia di vendita può rappresentare un ulteriore elemento di incidenza sulla tensione verso l’estero del business dell’azienda, se si tiene conto che nel 2005 sono state presenti nella nostra azienda più di 2000 persone per degustazioni e acquisto diretto. Nel processo di apertura al mercati esteri hanno giocato un ruolo fondamentale gli investimenti effettuati attraverso la Società Consortile “Colline del Barolo” e i finanziamenti in conto capitale così ottenuti.
L’azienda ha investito maggiormente in Europa, specialmente in Belgio che è la nazione dove si sono ottenuti i migliori risultati.
Infatti l’azienda attraverso il Consorzio ha potuto effettuare analisi e ricerche settoriali relative a questa nazione, dalle quali è emerso il grande potenziale del mercato del vino in Belgio, per la quasi totale assenza di produzione locale è alimentato esclusivamente dalle importazioni, che nel 2005 hanno raggiunto un totale di 2.878.960 ettolitri con una crescita sostanziale del 1,84 % rispetto al 2004. Il Belgio infatti, si presenta in controtendenza rispetto al generale ribasso del consumo di vino nei principali paesi consumatori e, inoltre, è il quinto importatore mondiale di vini, assorbendo quasi il 5 % delle importazioni. Anche se, ancora oggi, il principale fornitore rimane la Francia con una quota in volume del 61,79 % e del 68,17 % in valore, l’Italia occupa la seconda posizione. Il suo segmento del 7,82 % in volume è aumentata del 7,03 % rispetto al 2004, come anche quella in valore che è passata dal 3,01 % al 5,60 % nel 2005. Sempre per quanto riguarda i volumi l’Italia è seguita dalla Germania con il 6,26 %, dalla Spagna con il 5,99 %, dal Portogallo con il 5,12 % e, infine, dal primo fornitore extra-europeo che raggiunge una quota di rilievo, il Sudafrica con il 4,40 %, seguito dal Cile con il 2,88 %.
Come già accennato in precedenza, il consumo del vino in Belgio è in costante aumento e attualmente ogni persona adulta beve circa 31 litri annui di vino (26,3 litri pro capite nel 2002 – dati OIV). In effetti, il consumatore belga beve sempre più vini, mentre la birra e i superalcolici fanno registrare cali ripetuti ed abbastanza rilevanti. Si rilevano anche differenze regionali per quanto riguarda le tipologie di vini consumati: nelle Fiandre si beve più vino bianco che nelle altre regioni del paese; il vino rosato è più popolare a Bruxelles; i consumatori del Sud del paese (Wallonia) hanno una preferenza globale per il vino rosso. E' ovvio tuttavia che il mercato belga è un mercato dominato dai vini rossi (61 %), seguiti dai vini bianchi (26,7 %) e dai vini rosati (12,2 %). Queste cifre sono rispecchiate anche nell’analisi delle importazioni di vini italiani, dove,infatti, il segmento più importante è costituito dai vini rossi/rosati (66,5 % sul totale del volume del vino italiano esportato), con una ripartizione nettamente a favore dei vini DOC (37,49%) in confronto ai vini da tavola (29,01%).
Anche per i vini bianchi la ripartizione è nettamente a favore dei vini DOC e si mantiene l’evoluzione positiva a favore di questi vini, con un totale di 33.870 ettolitri contro 10.590 ettolitri per i vini da tavola. Per quanto riguarda la ripartizione totale tra vini DOC e vini da tavola, si deve rilevare che non sono più i vini da tavola di con titolo alcolometrico inferiore a 13° che rappresentano la corrente esportatrice più considerevole (34,10 % del comparto corrispondenti a 70.950 hl, contro 44,47 % nel 2002), bensì i vini DOC di con titolo alcolometrico inferiore a 13° che fanno registrare un totale di 111.880 hl (98.732 nel 2004). Si nota quindi, una tendenza favorevole per i vini di qualità superiore (DOC e DOCG) a scapito di quelli da tavola, tendenza che in parte può essere all’origine del maggiore introito derivante dalle esportazioni vinicole verso il mercato in esame.
Tale aspetto si può notare osservando la crescita del giro d’affari realizzato dai punti vendita, che è maggiore della crescita del volume delle vendite. Ciò significa che i consumatori non solo acquistano più vini, ma comprano anche prodotti venduti a prezzi superiori: il consumatore sta quindi più attento alla qualità del prodotto acquistato.