I primi che, nel 1911, si unirono per dare vita a squadre di calcio a Salerno, furono degli studenti liceali, che diedero vita alla Pro Calcio Salerno, il cui nome cambiò dopo pochi mesi in Unione Sportiva Salerno. Quest’ultima, costituita a carattere polisportivo, si disciolse dopo una brevissima vita, nel corso della quale si ebbe una sola gara contro una rappresentativa di Baronissi, un paese della provincia. Nel 1913 finalmente si organizza il primo club calcistico ufficiale cittadino, il Football Club Salerno, per opera di Donato Vestuti, suo primo presidente. Fino al 1915 il F.C. Salerno partecipa ai primi tre Campionati Provinciali di Calcio ufficiali, che sono però sospesi a causa del conflitto mondiale. Il 19 giugno 1919, in Corso Umberto II a Salerno, si svolge l’assemblea costituente dell’Unione Sportiva Salernitana, ed è a questa data che l’attuale Salernitana Sport S.p.A. fa risalire la sua nascita. Il primo campionato ufficiale della nuova compagine si svolge nel 1920 ed è il Campionato di Promozione Regionale (paragonabile all’attuale Serie B), vinto proprio dall’U.S. Salerno, che è così subito promossa alla Prima Categoria (la Serie A).
I risultati sportivi, ma soprattutto economici, negli anni successivi sono però disastrosi, e si tenta di farvi fronte, nel 1922, con la fusione con un’altra rappresentativa locale, l’Audax Salerno, operazione da cui nasce l’Associazione Sportiva Salernitanaudax. Tale operazione però non porta ai risultati sperati e nel 1924 l’associazione rinuncia addirittura ad iscriversi al successivo campionato.
Nel 1927, il 2 novembre, l’autorità fascista cittadina decide di ridare vita all’associazione calcistica sotto il nome, questa volta di Unione Sportiva Salernitana Fascista, che partecipa ai campionati di Seconda Divisione (paragonabile all’attuale Serie C2). Nel 1930, ed esattamente il 27 ed il 28 marzo, si ebbe il primo esempio embrionale di marketing sportivo a Salerno. L’allora presidente dell’U.S. Salernitana, il colonnello Enrico Chiari, per risollevare l’unione dalla profonda crisi economica e di consensi, organizzò una lotteria “pro U.S. Salernitana”, il cui tagliando partecipativo consisteva nell’acquisto di un biglietto per assistere alla successiva partita della squadra. Nella stagione 1938/39 la Salernitana ottiene finalmente la promozione alla Serie B, da cui retrocede l’anno dopo, ma ripete l’impresa nella stagione 1942/43, due settimane prima che iniziassero i bombardamenti sulla città. In seguito alla seconda guerra mondiale i campionati federali sono sospesi, fino al 1945/46, stagione in cui si svolge un campionato transitorio misto di Serie A-B, cui ha diritto di partecipare anche l’U.S. Salernitana.
Il 21 giugno 1947 la squadra ottiene la prima promozione in Serie A, grazie anche all’innovativa gestione tecnica dell’allenatore Gipo Viani, fautore del cosiddetto gioco “a fisarmonica”, basato sulla velocità e sulla figura nuova del “libero”, che consentiva una costante copertura difensiva. Nella stagione successiva però la squadra retrocede nuovamente in Serie B, a causa dell’inesperienza di giocatori probabilmente non adatti ala massima serie. Nel 1949 cambiano i colori sociali, fino ad allora bianco- azzurri, in granata, in onore del “grande Torino” vittima della tragedia aerea di Superga.
Gli anni successivi sono caratterizzati dal primo forte legame dell’associazione sportiva con il mondo industriale: la Salernitana è infatti rilevata da due industriali, Ferro e Pezzullo, proprietari di due importanti pastifici. Ciò assicura al sodalizio una buona solidità finanziaria ed amministrativa, fino al 1954, quando Ferro lascia la presidenza nelle mani del Commissario Prefettizio. Nel 1956 la Salernitana torna in Serie C e vive forse il peggiore periodo sportivo ed economico della sua storia. Lo stesso anno della retrocessione il sodalizio evita il fallimento solo grazie all’appoggio politico dell’on. De Martino, nominato poi presidente dell’U.S. Salernitana. La crisi si ripresenta puntuale l’anno dopo, quando De Martino si dimette, si decide allora l’intervento diretto nella gestione da parte del Comune nel 1958. e crisi economiche dell’associazione si susseguono per ogni stagione, fino all’annata 1966/67, in cui si centra l’impresa della promozione in Serie B. Nello stesso 1966 l’U.S. Salernitana si costituisce in S.p.A., con presidente l’ing. Michele Gagliardi e con uno staff dirigenziale composto da avvocati e commercianti che potevano garantire una forte copertura finanziaria. Nonostante ciò la squadra non riesce ad avere i risultati sperati e sprofonda nuovamente in Serie C dopo una sola stagione, fatto che riporta la società in gravi difficoltà economiche, tali da mettere in dubbio addirittura l’iscrizione allo stesso campionato, per la stagione 1969/70. Le ristrettezze economiche erano tali, all’epoca, che “gli acquisti si facevano con le cambiali […] questi documenti si acquistavano dal tabaccaio e costituivano un modo eccellente per dilazionare i pagamenti in denaro. Spesso ai calciatori l’ingaggio veniva pagato un po’ in moneta ed un po’ assegnando loro una certa quota di abbonamenti”70. Tutto un altro mondo rispetto agli ingaggi miliardari di oggi, coperti spesso grazie agli sponsor ed ai diritti televisivi.
Per sette anni le crisi societarie si susseguono regolarmente, con dimissioni quasi annuali dei vari presidenti e conseguenti commissariamenti. Nel 1971 la Lega di C minaccia di escludere la squadra dal campionato, ma la società si salva in extremis grazie ad un accordo che prevede dei prelievi coatti da parte della Federazione sugli incassi da botteghino.