Oltre 8 miliardi di pagine di ricerca, 880 milioni d’immagini, 100 lingue per cui esiste un’interfaccia, 100 domini internazionali, 2500 dipendenti nel mondo. Appare sensato partire da questi numeri per descrivere quello che molti hanno definito una rivoluzione, e sarebbe audace sostenere il contrario. Google nasce nel 1998 in una stanza della Stanford University, i fondatori sono Larry Page (ingegnere informatico, prima di laurearsi ha costruito una stampante a getto d’inchiostro con mattoncini lego) e Sergey Brin (russo, laureato in matematica e scienze informatiche ha condotto numerose ricerche sui motori e il data mining). Il termine Googol indica un 1 seguito da 100 zeri ed è stato coniato da Milton Sirotta, nipote del matematico americano Edward Kasner, e diffuso nel libro “Mathematics and immagination” di Kasner e Newman. La portata del fenomeno è tale che in inglese “to Google” significa oggi “fare ricerche sul Web”. La mission iniziale di Google era semplice: “catalogare tutto il Web”.
Ad oggi: “La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili”. Per capire come si sia arrivati a questa mission e rendersi conto di cos’è il “fenomeno Google” è necessario proporre un approfondimento “storico”: è impossibile negare infatti la realtà, Google sta cambiando la storia e sono proprio le solide fondamenta descritte in seguito a permetterlo.
Quando Larry Page, dottorando in computer science alla Stanford university, disse al suo relatore che avrebbe scaricato tutto il Web sul suo computer in una settimana, esagerò in ottimismo. Dopo un anno infatti la porzione di Web a disposizione era solo parziale, e si parla della rete di 9 anni fa. Il ruolo di Brin nel progetto di download del Web era legato ad un approccio analitico in quanto egli si interessava di data mining e teoria dell’informazione. Ma è giusto chiedersi come e dove questi ragazzi hanno dato vita a quello che diverrà il team più affiatato dell’information tecnology. Tutto nacque nell’estate 1995, da un incontro tra Sergey Brin e Larry Page.
Page e Brin avevano alcune cose in comune: entrambi avevano frequentato una scuola Montessori ed erano cresciuti utilizzando fin da piccoli il computer, inoltre il fatto di essere entrambi figli di docenti ha fatto si che, scienza e tecnologia pervadessero le loro abitazioni e non stupisce che il fatto che anch’essi abbiano poi intrapreso (e mai terminato) il Phd a Stanford. Mentre Page e Brin studiavano il loro futuro business, Wall Street prese atto dell’esistenza di Internet, il 9 agosto ci fu, infatti, il collocamento di Netscape al prezzo di 75$ per azione; appena quattro mesi dopo era ben più che raddoppiato e il titolo Netscape veniva scambiato a 171 dollari per azione. Era solo l’inizio. Il fermento era evidente e il Web era una scommessa su cui puntare. Tale fermento era percepito anche a Stanford, dove non solo si formavano i docenti e i ricercatori di domani, ma non si disdegnava anche il patrocinio di start up nate da idee dei propri studenti e, da Hewlett-Packard a Sun Microsistems, gli esempi di eccellenza divenuti poi veri e propri business non mancavano di certo (Sun sta infatti per Stanford University Network). L’ambiente di Stanford era ed è ideale per la creazione di aziende, ad un chilometro dal campo si trovano imprese fondate da ex studenti e lo stesso “office of tecnology licensing” offre aiuto economico e burocratico agli studenti che vogliono intraprendere l’avventura di una start up, ricevendo in cambio azioni della neonata azienda. La filosofia di Stanford si basa sui vantaggi che la società in generale può trarre dal lavoro dei suoi studenti e ricercatori, è per questo che la stesura di un documento di ricerca non vale più della creazione di un programma per computer o di un device tecnologico.