Il processo di privatizzazione del mercato di borsa si è svolto in base alla disciplina delineata dal decreto legislativo 415 del 1996. Tale processo è stato avviato il 31 ottobre 1996 con la presentazione alla Consob del progetto del Consiglio di borsa per la costituzione di una società per azioni con scopo di lucro avente ad oggetto la gestione dei mercati borsistici; a tale progetto è stato allegato lo statuto e l’elenco dei beni e dei rapporti giuridici in essere presso il Consiglio di borsa e da trasferire alla nuova società.
“Il progetto strategico per la costituzione della società di gestione è stato articolato in cinque capitoli: i contenuti del progetto, la visione strategica di fondo, la missione che la società intende darsi, le priorità operative della società e il modello organizzativo ottimale. Inoltre, sono stati definiti gli obiettivi operativi e cioè lo sviluppo del mercato, massimizzando nel tempo la possibilità per i vari attori di negoziare, alle migliori condizioni di liquidità, trasparenza e competitività, perseguendo contestualmente una gestione orientata alla massima efficienza e alla remunerazione del capitale”. In particolare lo statuto, il regolamento e le norme di organizzazione interna della società di gestione hanno tenuto conto dell’obiettivo di ridurre al minimo i possibili casi di conflitto di interesse stabilendo adeguati criteri di organizzazione funzionale,
d'incompatibilità, di selezione del personale, di rappresentatività delle minoranze e dei soggetti partecipanti al mercato e non presenti nell’azionariato della società.
“Anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato nella relazione per l’anno 1996 ha espresso alla Consob e al Governo il seguente parere: “Un’eventualità di cui tener conto è quindi che in seguito alla privatizzazione l’attività di organizzazione e gestione dei mercati dei valori mobiliari possa essere impropriamente indirizzata ad accrescere il potere di mercato di alcuni degli intermediari che attualmente vi operano. Un aspetto strettamente connesso a queste considerazioni è quello dei possibili conflitti di interesse tra i diversi soggetti interessati ai mercati. Possono in parte verificarsi due situazioni di conflitto: la prima tra l’intermediario o gli intermediari che detengono il capitale delle società – mercato e gli altri intermediari, la seconda tra l’intermediario o gli intermediari controllanti e gli eventuali altri soggetti del mercato, soprattutto società emittenti e investitori”.
Sulla base di tali considerazioni la Consob ha approvato il progetto il 23 gennaio 1997 con la delibera numero 10464 e il 7 febbraio, con atto unilaterale del Consiglio di borsa, si è costituita la Borsa Italiana S.p.A. ed è stato nominato un amministratore provvisorio; quest’ultimo ha collaborato con il Consiglio di borsa alla redazione dei regolamenti dei mercati.
La Consob ha esaminato lo statuto legale e il progetto e a seguito di tal esame “sono state previste le seguenti clausole:
- un quorum deliberativo di 2/3 per alcune modifiche statutarie;
- un regime di incompatibilità tra presidente e amministratore delegato;
- la previsione di un codice di comportamento per disciplinare le situazioni di conflitto d'interesse;
- la certificazione del bilancio”.
La nuova società, ai sensi dell’articolo quattro dell’atto costitutivo, ha per oggetto l’organizzazione e la gestione della Borsa Valori, del Mercato Ristretto e dell’I.D.E.M.6 e più in generale, di mercati per la negoziazione di strumenti finanziari così come definiti dalla normativa nazionale e comunitaria. Ciò ha lo scopo di assicurare lo sviluppo dei mercati e massimizzare, nel tempo, la possibilità per i vari soggetti di negoziare nelle migliori condizioni di liquidità, trasparenza e competitività, nonché perseguire la massima efficienza nella gestione e la remunerazione del capitale.