L'azienda rappresenta una delle realtà produttive più importanti presenti all'interno del distretto della concia dell'area geografica di Arzignano/Chiampo (provincia di Vicenza, Italia).
La tradizione storica del nome Mastrotto risale alla metà del secolo scorso ed è cresciuta negli anni fino a diventare, nel 1998, il Rino Mastrotto Group, un marchio internazionale che spazia dall'Italia al Brasile, dalla Spagna all'Australia. Alla base di questo modello aziendale si può riconoscere un costante impegno per quanto riguarda l'affidabilità e la competenza imprenditoriale, la ricerca, l'innovazione stilistica, la politica ambientale, la capacità manageriale e finanziaria.
Queste sono alcune delle caratteristiche che hanno consentito al gruppo di imporsi a livello mondiale nel settore della concia delle pelli. Con la gestione delle sue divisioni produttive e delle società controllate, strutturate in un sistema a rete, Rino Mastrotto Group soddisfa infatti il ciclo completo della concia; dall'approvvigionamento di selezionata materia prima, alla produzione ampia e specializzata di prodotti che rispondono a tutte le esigenze di mercato (dall'arredamento alla calzatura, dall'abbigliamento alla carrozzeria).
L'azienda ha complessivamente 2.500 dipendenti, a livello mondiale (in Brasile azienda con 2.000 dipendenti). In Italia, complessivamente ha 526 lavoratori.
E' un gruppo in forte crescita. Il fatturato passa da 158 milioni di Euro nel 1999 a 300 milioni nel 2002.
I punti forti che caratterizzano l'azienda sono l’innovazione tecnologica all'avanguardia, la qualità ambientale, la diversificazione delle linee di prodotto (per il settore automobilistico, aeronautico, moda, calzaturiero, ...).
Il gruppo vanta una significativa esperienza con la forza lavoro immigrata. Va innanzitutto ricordato come solo 526 lavoratori, su 2.500 dipendenti totali del gruppo, siano operanti in Italia, nelle diverse divisioni dell'azienda. Di questi, il 24,3% sono extra comunitari. A livello di manodopera di stabilimento la percentuale aumenta fino al 30%.
Le etnie presenti negli stabilimenti sono:
- dal 1989 soprattutto Ghanesi e Senegalesi
- dal 1999 Indiani e Cingalesi hanno sostituito gli altri.
Attualmente dal Ghana proviene il 50% degli operai e dal Bengala il 23%.
Un fenomeno che si presenta con caratteristiche forti in azienda è la fidelizzazione. Alcuni lavoratori immigrati sono presenti fin dal 1989. Dal 2002, a causa della nuova legge italiana per la regolamentazione della presenza dei cittadini extra comunitari, piuttosto restrittiva nei permessi e nelle condizioni prescritte, (la cosiddetta legge "Bossi Fini "), si sono verificati alcuni esodi.
Tra la manodopera immigrata circa 50 - 60 lavoratori sono operai specializzati.
L'azienda si è preoccupata molto del problema dell'alloggio e ad oggi ha offerto ai lavoratori quindici appartamenti dove andare a vivere. Per l’azienda la soddisfazione del lavoratore è un fattore di successo particolarmente importante e molte energie vengono spese al fine di creare un rapporto di fiducia stabile tra azienda e lavoratore immigrato.
Le azioni accolte favorevolmente che vengono realizzate nei confronti dei lavoratori immigrati, per creare un rapporto di fiducia all'interno dell’azienda, consistono nella produzione dei contratti di lavoro anche in lingua inglese e francese, in un concreto sostegno per la ricerca di una casa, la condivisione delle regole aziendali, una forma di consulenza per questioni finanziarie, l'attività formativa facilitata dalla presenza di interpreti.
Le maggiori criticità evidenziate in relazione alla presenza degli immigrati in azienda consistono soprattutto nelle incomprensioni linguistiche, la difficoltà a conciliare le diverse esigenze religiose, la gestione di permessi e ferie e la difficoltà a creare gruppi di lavoro misti interetnici.
La presenza della risorsa immigrata è comunque vissuta dall'azienda come una grande opportunità; senza di essa infatti sarebbe stata a rischio l'esistenza stessa dell'azienda, a causa della scarsità di manodopera locale disponibile.