Il Bilancio Consolidato di Imprese Controllate e Controllanti
Quali sono le teorie di consolidamento?
Per teorie di consolidamento o di gruppo si intendono le differenti interpretazioni assegnate al rapporto tra impresa controllante e imprese controllate, in altri termini esse rispecchiano le varie concezioni di gruppo e, di conseguenza le diverse modalità di interpretazione delle finalità attribuite al bilancio consolidato.
Esse sono suddivisibili in due tipologie base:
- la teoria della proprietà;
- la teoria dell’entità.
La differenza principale è data dalla differente interpretazione del concetto di gruppo: nel primo caso non viene considerato unità autonoma nella quale riconoscere interessi di maggioranza o minoranza, nel secondo si considera come entità complessa e sovraordinata rispetto alle singole imprese che la compongono.
La teoria della proprietà (proprietari theory)
La teoria della proprietà viene così definita perché il bilancio consolidato è interpretato come strumento di migliore rappresentazione del bilancio della società controllante : Le società controllate sono considerate un mero investimento della capogruppo. La conseguenza più immediata è ruolo pressoché nullo attribuito alle minoranze, considerate dei semplici finanziatori del gruppo. il consolidamento delle partecipazioni avviene con il metodo proporzionale o, nel caso estremo vengono valutate con il metodo del patrimonio netto: in entrambi i casi non emerge comunque il reddito e il capitale di pertinenza di terzi.
La rivalutazione del patrimonio è parziale, come lo è l’eliminazione dei margini di gruppo.
Il bilancio consolidato così ottenuto, per forza di cose, si presenta carente dal punto di vista informativo, in quanto presenta una situazione patrimoniale e finanziaria assai poco espressiva e la situazione reddituale è messa in secondo piano. Inoltre le relazioni infragruppo sono notevolmente semplificate e la comparabilità temporale è di fatto inesistente, poiché i valori consolidati sono funzione delle percentuali di partecipazione.
La teoria dell’entità (entity theory)
La teoria dell’entità si fonda su considerazioni opposte: il gruppo è entità autonoma della quale si vogliono rappresentare il reddito e il capitale. Il metodo di consolidamento adottato è l’integrale, che permette di evidenziare gli interessi di minoranza, ai quali viene assegnato un preciso riconoscimento, analogo a quello degli interessi di maggioranza: non conferenti di capitale di prestito ma di capitale-risparmio. La maggiore importanza attribuibile alle minoranze si coglie anche nelle scelte effettuate in fase di consolidamento.
Ad esempio, i loro interessi sono comprensivi dell’eventuale quota-parte del maggior valore attribuito alla partecipata, cioè sono sempre calcolate sul patrimonio netto rivalutato (e non contabile) della controllata. La differenza di consolidamento viene espressa attraverso un valore complessivo dell’intera rivalutazione del patrimonio netto della controllata. L’eliminazione dei margini infragruppo è sempre totale, ciò indipendentemente dalla percentuale di partecipazione. L’esistenza di partecipazioni reciproche o incrociate è vista come acquisto indiretto di azioni proprie da parte della controllante.
In tale situazione, il bilancio consolidato assume un elevato potenziale informativo, poiché le premesse sono coerenti con le finalità sue proprie.
Dalla teoria dell’entità ne sono derivate altre due:
c) La teoria della capogruppo;
d) La teoria modificata della capogruppo;
La teoria della Capogruppo (parent company theory)
Questa è la teoria accolta implicitamente dal legislatore italiano. La teoria della capogruppo riconosce il gruppo come entità complessa ed autonoma ma pone l’enfasi sulla controllante, evidenziandone i suoi interessi. L’effetto immediato è l’attribuzione della differenza di consolidamento agli interessi di maggioranza, in quanto determinata come percentuale (pari alla quota di possesso) del valore attribuito al patrimonio netto della controllata. Gli interessi di minoranza sono, quindi calcolati sul patrimonio netto non rivalutato (cioè contabile) della controllata e non vengono classificati all’interno del patrimonio netto ma tra le passività.
L’eliminazione dei margini infragruppo può essere totale o parziale, in funzione del grado di enfasi posto sulla controllante, anche se, invero, il criterio base sembrerebbe l’eliminazione parziale, in funzione della percentuale di pertinenza della capogruppo.
La teoria modificata della capogruppo (Modified Parent Company Theory)
Questa teoria è alla base di principi contabili internazionali. La teoria modificata della capogruppo si distingue dalla precedente solamente nell’ipotesi in cui la differenza di consolidamento venga attribuita agli elementi patrimoniali. In tal caso, gli interessi di minoranza sono determinati sul patrimonio netto rivalutato e la differenza di consolidamento è pari al suo valore complessivo e non solamente alla percentuale rappresentativa della quota di possesso. La loro collocazione in bilancio è intermedia, tra le passività ed il patrimonio netto di gruppo. Come per la teoria dell’entità, l’eliminazione dei margini infragruppo è totale.
di Vincenzo Migliaccio [Visita la sua tesi »]
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