La teoria dei club, sviluppatasi a partire da un famoso articolo di J. Buchanan del 1955, è una delle più importanti teorie che mirano alla spiegazione delle dimensioni ottimali dei livelli di governi decentrati. In questa teoria si pensa alla popolazione come ad un gruppo di individui accomunati da preferenze analoghe, come se fossero appunto membri di un club. Diverse sono poi le ipotesi che rendono possibile l’utilizzo di questa teoria. Si ipotizza che :

· Esista un meccanismo di rivelazione delle preferenze
· Le variabili rilevanti siano la popolazione e la quantità di beni offerti
· Sia possibile costruire una funzione di produzione del servizio una volta fissato il livello desiderato delle attività
· Il costo del servizio sia decrescente rispetto al numero di cittadini, ovvero diminuisca il costo all’aumentare del numero dei cittadini
· I costi marginali siano costanti
· Vi sia corrispondenza tra offerta del servizio e livello amministrativo
· Vi siano preferenze omogenee all’interno delle comunità locali

Tralasciando la giustificazione matematico-finanziaria della teoria dei club poiché non fondamentale per la nostra trattazione, consideriamo ora la conclusione alla quale suddetta teoria giunge. La conclusione sta nel fatto che per definire la dimensione ottimale di un ente locale (quanti individui deve servire) occorre determinare simultaneamente il numero dei cittadini e la quantità del servizio offerto realizzando un compromesso tra essi.
La teoria dei club infatti offre una misura della dimensione del decentramento, ovvero fino a quale livello è opportuno creare centri di governo.

Sintetizzando :

La teoria sociologica dei club viene applicata per l’analisi del funzionamento dei governi locali.

IPOTESI

N = Popolazione del club
Q = Quantità di servizio prodotta

OBIETTIVO= Massimizzazione del beneficio pro-capite netto

Max Bn = B(N,Q) – C (N,Q) dove B (N,Q) rappresenta i benefici netti derivanti dal servizio e C(N,Q) = aQ/N rappresenta invece i
costi dello stesso

TRADE OFF TRA:

Vantaggi (al margine):
•Maggiore Q (quota di costo decrescente per saturazione)
•Maggiore N (condivisione dei costi)

Svantaggi (al margine):
•Maggiore Q (a è una quota costante dei costi)
•Maggiore N (congestione del servizio)