La Cassa di Risparmio di Asti fu fondata nel 1842 e denominata “Cassa di Risparmio e Previdenza della provincia di Asti”, più come istituto di beneficenza che di credito, voluta dalla nobiltà dell’epoca e dal clero per la raccolta e la custodia dei risparmi di contadini ed artigiani. Il primo giorno di mercato del 1844, mercoledì 3 gennaio, la Cassa aprì i battenti. Gli uffici erano due camere all’ultimo piano del Palazzo Municipale. I giorni d’apertura erano il mercoledì e il sabato,cioè i giorni dei mercati cittadini: un modo per favorire la gente dei dintorni che veniva in città proprio in quei giorni. Il mercoledì era dedicato ai versamenti, il sabato ai prelievi.
Una serie di norme severe regolava tutte le operazioni; la cifra di ogni versamento era limitata e prelevare denaro non era un’operazione immediata, così come oggi. Gli inizi della Cassa di Risparmio di Asti furono modesti, come capitava del resto a quasi tutti gli altri istituti di credito nati in quegli anni. Le statistiche rivelano un dato curioso: la Cassa di Risparmio di Asti all’inizio fu frequentata soprattutto dalle donne. Nel 1853 su 354 libretti, 247 erano intestati a persone di sesso femminile. Tra i 107 intestatari maschi si aveva una prevalenza di artigiani, mentre tra le donne prevaleva il personale di servizio. L’istituto è sopravvissuto, a differenza di altre banche piemontesi, alle crisi che si sono susseguite in quest’ampio intervallo di tempo: per diversi decenni operò tramite un’unica agenzia di città e solo a partire dagli anni Trenta iniziò ad estendere il servizio in alcuni paesi limitrofi alla città grazie all’apertura delle prime filiali, contestualmente all’istituzione del 30 marzo del 1935 della Provincia di Asti, soppressa con un ordinamento del 1859 e accorpata con tutto il Monferrato nell’area affidata all’amministrazione di Alessandria.
La Cassa di Risparmio di Asti oggi è una S.p.A., ed è stata costituita come società per azioni bancaria in data 27 luglio 1992 tramite scorporo dall’originaria fondazione omonima che ebbe origine (come già riportato) nel secolo scorso2. La ristrutturazione
avvenuta in seguito alla legge “Amato” (che perseguiva un processo di riorganizzazione delle banche pubbliche verso il modello societario) ha richiesto una trasformazione radicale dell’Istituto, che era rimasto formalmente immutato dal lontano 1842. Nel corso dei decenni la Struttura si era sempre più evoluta, ma restando sempre legata all’esercizio del credito ordinario a breve (o al massimo a medio) termine e all’osservanza degli ampi limiti operativi imposti dalla legge bancaria del 1936. L’affacciarsi all’operatività piena e del nuovo quadro competitivo a livello europeo ha imposto grandi sforzi che hanno modificato in modo “rivoluzionario” la Banca.
Nell’intento di procedere ad un ulteriore consolidamento del grado di patrimonializzazione, in tale nuovo contesto, si sono succeduti nel tempo continui aumenti di capitale tra cui i più rilevanti quelli del 1994 di centocinquanta miliardi e quello del 1996 di quaranta miliardi in valore nominale unito all’emissione di un prestito obbligazionario convertibile il cui progetto prevedeva per gli obbligazionisti la possibilità di convertire semestralmente fino al 2001.
Al fine di favorire la maggiore diffusione possibile dei titoli fra il pubblico e quindi di allargare la base societaria ad un azionariato diffuso, per le elencate emissioni, la Banca ha badato a ricorrere all’offerta in pubblica sottoscrizione rivolta ad investitori privati edistituzionali.
Nella ricerca di sinergie, economie di scala e disponibilità di maggiori capitali, la Cassa di Risparmio di Asti ha ritenuto preferibile perseguire alleanze strategiche e di prodotto con partner di rilevanza europea tali da consentire alla stessa una crescita qualitativa e quantitativa, mantenendo l’autonomia aziendale e le singolari caratteristiche di Banca locale (in un’epoca in cui, a livello nazionale e non, si ricorre alla concentrazione bancaria per il perseguimento degli stessi obiettivi).
Il partner in questione è la Deutsche Bank S.p.A. che il 5 ottobre 1999 ha acquistato una quota pari al 20% del capitale sociale della Banca dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti che è l’ente controllante.
L’accordo di natura commerciale e distributiva tra le due Istituzioni è stato attuato con l’intento di garantire un aumento competitivo dell’offerta di prodotti, servizi, e attività di consulenza,mantenendo la natura localistica propria della Banca astigiana.