Essere un intermediatore su Internet è complicato da capire, e in più molti non si fidano; per questo motivo Paypal, appartenente al gruppo eBay, dal 2 luglio diventerà una banca.
La società, che ha sede in Lussemburgo, riceverà l’autorizzazione da questo piccolo stato per diventare un istituto di credito, e potrà svolgere la sua attività in tutta Europa (dove ha 35 milioni di utenti).
PayPal conosce i rischi di quest’operazione: prima di tutto deve competere con grandi nomi come: Citibank, Yahoo, e Google (che tenta di entrare in questo affare), ma soprattutto potrebbe mettere in crisi un sistema che ha fruttato, solo quest’anno fino a marzo, 8.124 milioni di euro.
La società lussemburghese è stata fondata nel 1998, e nel 2002 eBay ha comprato il 100% del capitale; al momento muove 1.079 euro al secondo e quest’anno potrà chiudere l’esercizio con 45.000 milioni di dollari (33.200 milioni di euro) di volume totale di pagamenti.
La compagnia possiede 143 milioni di conti aperti ed offre ai suoi clienti la possibilità di trasferire somme di denaro gratuitamente tra gli utilizzatori.
La funzione di PayPal è doppia: da un lato garantisce la copertura economica a chi vende un prodotto; dall’altro il compratore mantiene l’anonimato; infatti l’utente si identifica una sola volta (inserendo tutti i dettagli finanziari), e dopo la registrazione accede a tutti i servizi usando uno pseudonimo ed una password, senza mettere in rete il suo numero di conto corrente o della carta di credito, evitando, così, i numerosi rischi legati alla pirateria informatica.
Il compratore paga a Paypal, e la società salda il venditore, applicando una commissione tra l’1% e il 3%; con questo sistema si realizzano pagamenti in 103 paesi con 17 monete diverse.
Di questo passo il gigante delle aste su Internet, eBay, il cui capitale è suddiviso tra i suoi fondatori (il 21%) e i fondi di investimento (il 66%), conquisterà un mercato sempre più grande.