La Rai è la concessionaria in esclusiva del servizio pubblico televisivo e radiofonico.
Gli esordi dell’attività televisiva italiana, come nella gran parte dei paesi europei, si realizzano in regime di monopolio. Il servizio televisivo svolto dalla Rai ha inizio il 3 gennaio 1954. Il forte impatto culturale di cui la televisione era capace, giustifica l’intervento dello Stato che usa la scarsità delle frequenze per fornire un servizio pubblico: la programmazione offerta ha uno scopo pedagogico ovvero è finalizzata non solo ad intrattenere, ma soprattutto ad informare ed educare. Inoltre, a differenza di quanto era avvenuto in America dove la tv esordisce con il modello commerciale, in Italia non sussistono ancora condizioni di mercato in grado di consentire al sistema televisivo di sopravvivere interamente né con risorse private né con pubblicità, data la limitata dimensione del mercato dei beni di consumo. La tv è quindi finanziata da un canone obbligatorio mentre l’uso del mezzo televisivo da parte delle aziende a scopo pubblicitario (che inizia nel 1957 con il Carosello) è molto ridotto e mediato dall’operatore pubblico che rende disponibili spazi limitati e rigidamente identificati.
Le trasmissioni della seconda rete televisiva iniziano nel 1961. Nel 1975 viene approvata la riforma della Rai in base alla quale il controllo politico su di essa passa dal Governo al Parlamento. L’anno successivo una nuova sentenza comincia ad intaccare il monopolio consentendo l’emittenza privata in ambito locale. La terza rete viene costituita nel 1979. L’avvento delle tv commerciali induce alla modifica degli assetti organizzativi: l’azienda pubblica inizia a perdere quote di mercato a favore di Canale 5, di Italia 1 e Retequattro. L’introduzione del modello commerciale, che prevede il finanziamento attraverso la pubblicità, si estende anche alla Rai che di fronte al nuovo contesto concorrenziale modifica l’atteggiamento di fondo proteso esclusivamente alla responsabilità sociale, e propone una programmazione che si prefigge di catturare spettatori da offrire agli inserzionisti pubblicitari.
Oggi il modello di business della Rai vede oltre il 40% delle risorse riconducibili alla pubblicità. Negli ultimi anni ha cambiato sensibilmente il suo sistema organizzativo per poter meglio gestire la sua duplice natura di servizio pubblico e di impresa che opera sul mercato. La sua attività si realizza tramite una struttura che si avvale di sussidiarie autonome. Gran parte del suo business è ancora focalizzato sulla televisione analogica generalista anche se la sua offerta si compone di canali tematici in digitale terrestre e sul satellite in chiaro o criptati (offerti con il bouquet di Sky). Rai realizza inoltre tre canali radiofonici trasmessi in analogico, sul satellite e sul web.