Domenica 20 maggio i consigli di amministrazione del primo gruppo bancario italiano, Unicredit, e del quarto, Capitalia, hanno dato semaforo verde alla fusione, creando così un colosso bancario di 1000 miliardi di euro di capitalizzazione.
Si chiamerà Unicredit Group, potrà contare su 40 milioni di clienti e si posizionerà immediatamente dietro all’inglese HSBC, nella classifica europea, e al sesto posto in quella mondiale.
L’operazione si è svolta tramite uno scambio di azioni: 1,12 di Unicredit per una di Capitalia, in linea con la valutazione attuale della Borsa. La nuova banca, dopo la convocazione delle assemblee di luglio, e la necessaria autorizzazione della Banca d’Italia, dovrebbe essere operativa dal terzo trimestre di quest’anno.
Unicredit Group avrà 9.000 sportelli, di cui 5.000 in Italia, 4 mercati di riferimento (Italia con una quota del 16%, Germania con il 5%, Austria con il 19% e la restante parte nei Paesi dell'Europa dell'Est) con una presenza in 17 Paesi, e circa il 60% dei ricavi proverrà dall'estero. Sono previste sinergie per 1,2 miliardi, di cui il 68% da risparmi su costi, ma a partire dal 2010. Subito, invece, arriverà una svalutazione da 1,1 miliardi, considerata come oneri da ristrutturazione, che verrà spalmata tra il 2007 e il 2008; inoltre è attesa una crescita dell'utile per azione del 17% del periodo 2007/2009; per gli azionisti di Capitalia il beneficio sarà dal primo anno, mentre per quelli di UniCredit a partire dal 2009.
Il matrimonio si è rivelato un’opportunità notevole per ambedue le banche: Capitalia, rimasta fuori dalla riorganizzazione del sistema bancario italiano, doveva trovare un’alleata per non essere emarginata.
Unicredit, primo gruppo bancario in Italia in termini di capitalizzazione (con 78,5 miliardi), era tuttavia distanziato da Intesa-Sanpaolo, in quanto a presenza sul territorio. Con i 2.000 sportelli di Capitalia, il problema è risolto. Secondo gli accordi, l'offerta dei servizi retail avverrà attraverso tre entità distinte che consentiranno di salvaguardare i marchi della banche: Unicredit Banca, Banca di Roma e Banco di Sicilia. A questo scopo sono previste cessioni di sportelli infragruppo, mentre Unicredit assorbirà Bipop Carire. Tutto il corporate e il private banking sarà trasferito a Unicredit Banca d'Impresa e Unicredit Private Banking.
Presidente del Gruppo sarà Alessandro Profumo, mentre vicepresidente sarà Cesare Geronzi, che dovrebbe essere a capo del consiglio di sorveglianza di Mediobanca; anche se la vendita della metà della partecipazione è già decisa, per rispettare le regole sul conflitto di interessi.
Questa fusione è stata salutata con grande soddisfazione dal mondo politico, che temeva il passaggio di Capitalia in mani straniere.