L’Azienda Trasporti Livornese prende forma verso la fine degli anni ottanta, come punto di arrivo di una storia del trasporto pubblico livornese che, un po’ come in tutta Italia, ha avuto una lunga e complessa evoluzione a partire dagli ultimi anni del secolo scorso.
Infatti le prime esperienze di trasporto pubblico a Livorno risalgono al 1881, anno in cui era presente nella città la SATL (Societè Anonyme des Tramways de Livourne), costituita e gestita da A. Charles, un impresario belga. Prima di questa data, il Comune riuscì a concedere solo un servizio di omnibus: grandi carrozze a otto posti trainate da un cavallo. La prima rivoluzione nell’organizzazione dei trasporti labronica si ebbe nel Maggio 1881, quando fu inaugurato il servizio tranviario a trazione animale. Questi nuovi mezzi, cioè il tram e il precedente omnibus, provocarono le violente reazioni dei vetturini di piazza, i quali erano gli unici erogatori del servizio prima dell’avvento di queste nuove soluzioni.
Queste proteste, seppur vivaci, non riuscirono comunque a frenare la progressiva espansione ed evoluzione del settore. Infatti dalla trazione animale, nel giro di non molti anni, si passò a quella elettrica. Introdotta infatti nel 1897, quest’ultima iniziò gradualmente a sostituire la prima, fino a decretarne definitivamente la fine nel 1906, quando la linea tranviaria a cavalli scomparve e fu costituita la SLTE, la società livornese di trazione elettrica.
Agli inizi del novecento il servizio di trasporto urbano a Livorno era cosi’ gestito da due società: la SATL e la SLTE. Arriviamo cosi’ agli anni trenta, con il Comune che intenzionato ad apportare miglioramenti alla linea tranviaria, trovava però l’opposizione proprio della SATL, alla quale era stata attribuita l’area cittadina del trasporto.
I contrasti tra i due arrivarono fino al 1935, quando si giunse all’estromissione della SATL secondo un accordo con il Comune che prevedeva la liquidazione definitiva della gestione in atto. E fu proprio il Comune che, ormai proprietario degli immobili dei mezzi e della rete, divenne il protagonista di questa seconda parte del novecento. Infatti stipulò una convenzione quindicennale con la FIAT per l’esercizio del servizio di trasporto urbano cittadino con facoltà di delega a terzi. Contando proprio su quest’ultima possibilità, la FIAT delego l’incarico alla STU la società trasporti urbani di Milano. Così la STU progettò e approntò la rete filoviaria livornese, i cui mezzi divennero non più i tram ma i filobus, tutto questo fino all’insorgere della seconda guerra mondiale. Tutto quello che di buono era fin qui stato fatto, venne interamente distrutto dai bombardamenti del disastroso conflitto bellico e il servizio di trasporto urbano ebbe la possibilità di rinascere solo nel 1949. Nel gennaio del 1950, approssimandosi la scadenza della convenzione stipulata con la FIAT, il Comune di Livorno attribuì la gestione dei trasporti urbani all’ATAM (Azienda Trasporti Autofiloviari Municipali), un’azienda municipalizzata appositamente costituita che assunse subito l’esercizio della rete filoviaria.
L’ATAM riuscì’ gradualmente a sistemare l’organizzazione del trasporto pubblico, ma si dovette anche confrontare con il problema della ristrutturazione dei servizi per renderli adeguati alle esigenze cittadine. La nuova situazione fu cosi esaminata e nel 1958 si giunse ad un sostanziale aggiornamento della rete, basato principalmente su due linee circolari di nuova istituzione e sui collegamenti di ciascun rione con la parte della stazione e con quella lungomare. Con il passare del tempo anche i problemi riguardanti la manutenzione dei mezzi e della rete si fecero sentire, tanto che questi portarono alla graduale riduzione, fino alla cessazione, della stazione filoviaria di Livorno. Nel 1974 il processo di conversione della rete filoviaria volse al termine e l’intero servizio di trasporto urbano fu svolto con veicoli su gomma, cioè le avanguardie dei moderni autobus.
La gestione attraverso l’azienda municipale ATAM si concluse il 31 Dicembre 1978, e dal giorno successivo il trasporto urbano venne affidato al Consorzio Ferrotranviario Pisa-Livorno costituito nel 1929 tra le due provincie e i due comuni capoluogo per la realizzazione e gestione della ferrovia Pisa-Tirrenia-Livorno che ne assunse l’esercizio tramite la propria azienda speciale ACIT (Azienda Consorziale Interprovinciale Trasporti). Questo passaggio voleva dar luogo ad una nuova politica dei trasporti che tendeva ad accentrare tutti i servizi in grandi aziende con ampia base territoriale, rilevando gradualmente ogni autolinea in concessione a soggetti privati.
ACIT veniva cosi a raccogliere tutti gli autoservizi operanti nelle provincie di Pisa e di Livorno. La grande dimensione di questo primo consorzio postava con sé, oltre ai vantaggi di essere la concessionaria più grande della Toscana, anche dei limiti strutturali notevoli, essendosi indebitata molto anche a causa dell’impossibilità di far funzionare adeguatamente organi istituzionali che richiedevano il concorso di una cinquantina di enti diversi.
Nonostante questo l’ACIT riuscì ad effettuare un rinnovamento completo del parco mezzi apportando un notevole miglioramento rispetto al passato, con veicoli nuovi più lunghi e più capienti. Ma la quasi inevitabilità di un tracollo finanziario e la predisposizione di una nuova normativa regionale nel settore dei trasporti, che ne riorganizzava la gestione mediante bacini di traffico a base provinciale, determinarono la suddivisione dell’azienda in due diversi soggetti: ATL e APT operanti all’interno delle rispettive provincie.
L’ATL e L’APT (Azienda Trasporti Livornese e Azienda Pisana Trasporti) subentrarono dunque all’ACIT a partire dall’1° Aprile 1987 rilevando quanto di rispettiva competenza territoriale; pochi giorni dopo venne attuata la ristrutturazione del servizio urbano di Livorno, in conseguenza del nuovo piano del traffico adottato dal Comune. Sotto la gestione ATL infatti, la tradizionale rete risalente al 1958 venne sostituita da un’altra concettualmente diversa che abbandonando le cosiddette circolari adottò il criterio detto unilinea, secondo il quale ogni direttrice di traffico viene servita da una sola linea ad alta frequenza di passaggi invece che da una somma di linee (le circolari appunto) con basso numero di passaggi per ora.
Negli anni novanta la struttura dell’azienda è andata sempre più organizzandosi e ampliandosi. Il cammino è stato scandito da vari provvedimenti normativi che tendevano a staccare le aziende speciali dai Comuni di appartenenza per dotarle via via di sempre maggiore autonomia, con l’obiettivo di arrivare a delle vere e proprie società per
azioni. La giovane età non è stata di ostacolo, poiché in pochi anni ATL è riuscita a consolidarsi e diversificarsi nei vari settori nei quali poteva operare.
Attualmente ATL opera nella provincia di Livorno e in altri 19 Comuni consorziati delle provincie di Livorno e Pisa, servendo un territorio che corrisponde all’intera provincia, escluso Piombino e la Val di Cornia, più alcuni Comuni dell’alta Val di Cecina in provincia di Pisa.
Oltre alla provincia di Livorno il consorzio è costituito dai Comuni di Livorno, Collesavetti, Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona, Santa Luce, Castellina Marittima, Guadistallo, Montescudaio, Riparbella, Casale Marittimo, Portoferraio, Campo Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marittima, Porto Azzurro, Rio Elba e Rio Marina.