Aurora Assicurazioni è la compagnia milanese del Gruppo Unipol, diventata operativa nell’aprile 2004 come la terza impresa multiramo del mercato italiano, con oltre 1.300 agenzie e circa tre milioni di clienti. Una realtà nata al termine di unriassetto complesso che prende le mosse nell’aprile 2000, quando Unipol acquisisce quattro compagnie: Meie Assicurazioni e Meie Vita da Telecom, Aurora e Navale da Generali. Otto mesi dopo, nell’aprile 2001, dalla fusione fra Meie e Aurora nasce Meieaurora. Nel giugno 2003 infine, Unipol continua la campagna acquisti rilevando Winterthur Italia e costituisce Aurora, completando il processo di integrazione di Winterthur all’interno di Unipol. Pur nella complessità, le operazioni di perfezionamento delle fusioni giuridiche operate da Unipol dal 2001 sono state condotte in porto con relativa facilità; fatto tesoro delle esperienze maturate con le precedenti operazioni, seppur su scala ridotta, come primo passo,nel gennaio 2004, è stato scelto il nome della compagnia, per poi definire il gruppo dirigente cercando di valorizzare le risorse interne, in modo da completare l’operazione con estrema rapidità, ma non senza il consenso delle persone. Ciò che si è presentato subito molto complesso e sicuramente meno istantaneo però, è stato effettuare un’integrazione di tipo culturale tra popolazioni aziendali di derivazione tanto differente, abituate a stili manageriali e a modelli organizzativi diversi, toccate da vicende anche personali spesso umilianti e mortificanti, abituate ormai a fare i conti con la necessità di dover rimettere in discussione esperienza e professionalità, solite ormai a incontrarsi o a scontrarsi con nuovi colleghi spesso di pari ruolo e di pari grado con i quali avviare silenziosamente, ma ineluttabilmente, una battaglia a braccio di ferro per la conquista della posizione che ciascuno, legittimamente, riteneva e ritiene di continuare ad occupare.
Con la fusione vera e definitiva tra Maieaurora e Winterthur, aziende ben strutturate ed organizzate, con classi dirigenti abbastanza amalgamate e coese, è stata affrontata la sfida più ardua. Non si è trattato però, come nelle acquisizioni precedenti, di mettere insieme situazioni precarie e poco congegnate in cui poteva risultare relativamente semplice decidere quali scelte organizzative operare, qui la situazione era diversa.
Le differenze qualitative più importanti tra le due compagnie erano determinate da due aspetti principali: i modelli manageriali, profondamente diversi, così come i rapporti con le rispettive Capogruppo. Se in Winterthur prevaleva un modello manageriale fortemente orientato al governo del business mediante scelte organizzative accentrate, in cui la personalità dell’Amministratore Delegato giocava un ruolo determinante nell’orientare le sorti dell’azienda, in Meieaurora il modello manageriale era orientato ad una più ampia partecipazione dei processi decisionali; il Direttore Generale aveva voluto e fortemente sostenuto un allargamento, non solo di facciata, delle responsabilità di tutto il management, garantendo un modello aziendale orientato al coinvolgimento e alla partecipazione. Per finire, Winterthur era talmente legata alla sua casa madre svizzera, al punto che le precise indicazioni operative sul funzionamento dell’azienda promanavano direttamente da essa così come il management ne riceveva precise e inequivocabili indicazioni; Meieaurora era invece abituata ormai da tre anni ad una vera e propria Capogruppo, non ad una casa madre, il cui stile di governo della propria controllata non era improntato a forme di stretta pervasività come nel caso di Winterthur.
Proprio questi due elementi hanno costituito il terreno su cui si è giocato gran parte dell’orizzonte umano della fusione. L’abitudine del management Meieaurora alla frequentazione con il management Unipol, di cui ormai conosceva lo stile e le caratteristiche umane e professionali, ha costituito un modello che il management di Winterthur, abituato a ben altri stili di direzione, ha dovuto da subito, peraltro non senza difficoltà, imparare a seguire.
Tra Winterthur, apparente grande gruppo tecnologico e poliglotta e Meieaurora, compagnia forse poco conosciuta e tradizionalista, sembrava davvero ci fosse un profondo abisso, ma, in proposito, è fondamentale sottolineare come la nuova organizzazione si sia basata esattamente su di un’altra fusione, quella delle migliori caratteristiche di entrambe. Aurora infatti, nonostante le difficoltà e perplessità iniziali nell’omogeneizzare gli aspetti tecnici ed organizzativi, ha fatto delle diversità un punto di forza, valorizzando le esperienze professionali e il vissuto di ciascuna azienda, le quali costituiscono basi solide sulle quali costruire il presente e il futuro della compagnia.
Tutto questo grazie al fatto che, né l’azienda relativamente più debole ha tentato di conservare la propria identità culturale rifiutando una qualsiasi imposizione esterna proposta dalla parte più forte, né una delle compagnie interessate si è uniformata completamente alla cultura dell’altra attraverso un processo unilaterale. La disponibilità da parte di Meieaurora e di Winterthur a concretizzare un flusso di scambio culturale equilibrato, seppur difficile, senza la ricerca di una posizione di dominio è il risultato di una maturità professionale consolidata e volta al cambiamento.