Dal Centro di Ricerca sulla Globalizzazione, Patrick Henningsen palesa il suo criticismo nei confronti della Robin Hood Tax. Nel post che potete leggere seguendo il link qui in basso, si evidenzia come una tassa del genere fosse già stata proposta al Climate Summit di Copenhagen nel 2009. Le tasse sulle transazioni finanziarie e gli aumenti di imposta sulle energie da combustibili fossili sarebbero andati a rimpinguare un fondo della Banca Mondiale. Nell’articolo, l’autore scrive che la Robin Hood Tax potrebbe raggiungere esattamente lo scopo opposto da quello propugnato dai suoi supporters. Invece che togliere i soldi ai ricchi per darli ai poveri, rischierebbe di togliere denaro a chi lavora e produce per metterli in mano a quelle istituzioni e a quei cartelli finanziari che ci hanno condotto alla crisi e alle iniquità attuali. L’argomentazione, basata sulla più classica disciplina liberale, apre in ogni caso ad una problematica che necessita di attenzione: la distribuzione dell’eventuale gettito ottenuto attraverso una tassa ruba-ai-ricchi. Quali organi si dovrebbero occupare di indicare le priorità da finanziare? E come le distribuirebbero?