Nella città di Cremona alla data del 1873 le farmacie erano in tutto 10 e tutte intestate a farmacisti privati.
Nel 1892, anche per effetto dell'aumento della popolazione, venivano aperte altre due farmacie.
Il decreto del Prefetto stabiliva che dovevano essere 10 le farmacie in base alla popolazione, otto in città e due nei borghi di porta Venezia e Romana, ma le farmacie di antico diritto erano 13 compreso le due in contestazione. Nel frattempo, grazie alla legge Giolitti, si iniziava ad affrontare la questione della municipalizzazione delle farmacie in una visione più ampia.
In una seduta del consiglio comunale del 27 maggio 1915 era stato illustrato il progetto di aprire una farmacia da collocarsi al piano terra del palazzo comunale; in linea legale si riteneva di poter aprire la farmacia in forza del disposto del terzo capoverso dell'articolo 12 della legge 22 maggio 1913, n.486. In linea di convenienza si riteneva di poter addivenire ad un accordo colla farmacia degli Istituti Ospitalieri e colla relativa amministrazione in modo da stabilire il magazzino di provvista generale e le preparazioni galeniche di maggiore importanza presso la detta farmacia. In linea commerciale si supponeva che la farmacia municipale, per la garanzia morale dell'azienda, per la mitezza delle tariffe e per l'ubicazione, poteva fornire ai clienti un quantitativo di merce interessante.
La delibera venne approvata in seconda seduta, il 19 maggio 1915; il 21 giugno 1915 veniva trasmessa alla Prefettura e resa esecutiva qualche giorno più tardi. La popolazione esprimeva anche sui giornali la propria soddisfazione, tra i farmacisti si erano subito manifestati i dissensi che sfociarono in un ricorso al Prefetto. I farmacisti contestavano il diritto del Comune di istituire una farmacia municipale, oltre il numero legale.
Nel frattempo l'Italia entrava in guerra e cambiava lo scenario sociale della città. Per paura che la soluzione si allontanasse, un assessore e altri della giunta intavolarono delle trattative in privato ed in tutta riservatezza per sapere se fra i dieci farmacisti ci fosse uno disposto a vendere la propria farmacia al Comune. Si concluse con uno di essi l'acquisto di una farmacia; il Comune si impegnò a comperare il mobilio, gli strumenti, le attrezzature, gli apparecchi e tutti i medicinali esistenti nella farmacia e nel magazzino a prezzo di stima.
La farmacia doveva essere trasferita, dopo essere diventata di legittima proprietà comunale, in uno dei locali del palazzo comunale. Nel 1917 il Comune di Cremona istituisce l'Azienda speciale autonoma del servizio farmaceutico per i poveri e per il pubblico, ovvero l'Azienda Farmaceutica Municipalizzata.
Con deliberazione della Giunta del 21 dicembre 1918, assunta d'urgenza con i poteri del Consiglio comunale, si decise la gestione di altre tre farmacie di proprietà di farmacisti privati.
Con le ultime deliberazioni prese sempre d'urgenza dalla Giunta comunale con i poteri del Consiglio, la struttura dell'Azienda, secondo la legge del 1903 era cosa fatta. Nel consiglio comunale del 31 dicembre 1918 fu fatta la proposta di acquisizione di altre tre farmacie. Il programma era quello di municipalizzare anche le altre quattro in maniera che il numero stabilito dalla legge fosse tutto sotto il controllo municipale. L'idea era quella di creare un'Azienda Farmaceutica, con annesso magazzino per le provviste all'ingrosso e laboratorio per la preparazione di tutti le varie specialità galeniche, che vivesse da sé senza alcun aggravio sul bilancio comunale e formando utili.
Alla data del 14 giugno 1923 le farmacie funzionanti erano 12; la storia della municipalizzazione poteva apporre la parola fine nel 1923, ma l'Azienda Farmaceutica aveva ancora molto cammino da compiere. Le farmacie hanno avuto un ruolo determinante nel periodo delle guerre, delle epidemie, delle affezioni influenzali che, puntualmente ogni anno, costringevano migliaia di persone a letto. La municipalizzazione del servizio farmaceutico costituisce, senza dubbio, una delle più importanti conquiste sociali.
Dal 1924 al 1985: il numero delle farmacie comunali gestite dall'Azienda Farmaceutica Municipalizzata è passato da otto (su dodici) a quattordici (su venti), in relazione all'aumento della popolazione residente nel comune di Cremona. Nel 1995 il Comune di Cremona ha deliberato la trasformazione dell'Azienda Farmaceutica Municipalizzata in un "azienda speciale" dotata di personalità giuridica, denominata Azienda Farmaceutica Municipale, conferendole un capitale di dotazione di lit. 4.513.036.074.
Il 1 Marzo 1999: l'Azienda Farmaceutica Municipale è diventata S.P.A.