La nascita della ditta Ferroli, datata 1955, va messa in relazione con alcuni importanti avvenimenti dell’epoca: a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza, nel 1949 venne estratto il metano e nel 1953 Enrico Mattei fondò l’ENI , ma gli servivano finanziamenti per costruire la rete di distribuzione e tra i pochi Enti Pubblici che concessero fideiussioni per i mutui s’inserì il Comune di San Bonifacio che fu tra i primi della Val Padana ad avere il metano, allora sconosciuto alla stragrande maggioranza degli italiani. Costruita nell’ambito del Comune la prima rete di distribuzione si poneva il problema degli allacciamenti ai privati e della manutenzione: tale servizio fu assunto da Sante Ferroli e figli.
Nel 1953 la Giunta Comunale di San Bonifacio decise di metanizzare il paese e Sante colse l’occasione per ricevere dalla SNAM l’incarico di procedere agli allacciamenti tra la rete distributiva e le singole abitazioni. Luciano Ferroli fu il primo a seguire l’esecuzione dei lavori, entrando nelle case e trasformando le prime caldaie da carbone a gas, finchè gli venne l’idea di progettare e costruire in proprio simili caldaie. Successivamente presentò all’Università di Padova un prototipo che risultò rendere il 96% e subito depositò il marchio alla Camera di Commercio. L’idea non poteva non coinvolgere l’intera famiglia e messo in piedi alla meglio un laboratorio per le prove si arrivò a lanciare sul mercato la caldaia “Ferroli gas” ad un prezzo competitivo e con un profilo tecnico veramente di qualità. Dante si recò negli uffici delle case popolari di Verona e riuscì ad ottenere l’assegnazione della fornitura di 500 caldaie per il quartiere Santa Lucia a cui seguirono le case popolari di Modena, il villaggio del sole a Vicenza e le case popolari di Schio e Thiene. Tanto lavoro non poteva svolgersi nella vecchia bottega, perciò la ditta Ferroli si insediò a sud della Statale 11 in un’adeguata zona industriale ed anche il bisogno di nuova manodopera aumentò notevolmente nel tempo, attirando sempre più persone da tutti i paesi limitrofi.
Si sviluppò considerevolmente anche l’indotto: alcune botteghe artigiane che prima vivacchiavano con le riparazioni di attrezzi e macchine agricole si organizzarono ed assunsero dei contratti con la Ferroli; alcune di queste in seguito raggiunsero dimensioni da piccola industria con autonoma capacità produttiva e commerciale.
Nel 1961, a seguito della scoperta di un importante giacimento metanifero in Olanda, venne avviato un massiccio programma di metanizzazione del Paese. Alcuni operatori olandesi scesi in Italia per la ricerca di caldaie a gas a prezzi competitivi entrarono in contatto con la Ferroli. Luciano nel frattempo aveva progettato un nuovo bruciatore che attirò subito l’attenzione degli olandesi: il Sig. Oomes ne volle immediatamente due prototipi e poiché questi venivano eseguiti interamente a mano gli furono chiesti due giorni di tempo per la consegna. Il Sig. Oomes rinviò la partenza ed attese la consegna dei prototipi. L’esito positivo delle prove sfociò in una proficua collaborazione con il partner olandese, tuttora esistente, che portò la Ferroli, stimolando la ricerca, ad arricchirsi di contenuti tecnologici, per adeguarsi alle normative olandesi ed in seguito europee ed a dare all’azienda un primo respiro internazionale.
Nel 1964 per superare le pesanti barriere protezionistiche doganali spagnole ed approfittando di contributi messi a disposizione dal governo locale, per favorire l’industrializzazione di aree depresse, fu fondata a Burgos la Ferroli España che ha rappresentato il primo insediamento produttivo della Ferroli all’estero.
In Germania c’era una forte domanda di piastre radianti in acciaio; lo stabilimento di San Bonifacio mancava di impianti adeguati e dello spazio per contenerli; la provincia di Belluno per incentivare gli insediamenti industriali aveva attivato degli strumenti di aiuto alle aziende; tutto ciò convinse Dante Ferroli a costruire uno stabilimento ad Alano di Piave inaugurato nel 1965.
Nel 1968 Luciano Ferroli uscì dalla società e fondò la FER con sede in Gambellara. L’inevitabile salasso per la liquidazione del socio mise in difficoltà l’azienda; Dante ne prese in mano le redini chiamando alla direzione commerciale il Dott. Preti il quale estese e completò la rete commerciale su tutto il territorio nazionale. Dante assunse, inoltre, i migliori dirigenti sul mercato che con il loro contributo di conoscenze e di esperienze furono in grado di preparare uomini e strutture necessari per permettere all’azienda di cercare e conquistare nuovi mercati in Europa e nel bacino del Mediterraneo. La concorrenza cominciò progressivamente a guardare con rispetto verso questa azienda provinciale che si muoveva con l’aggressività e la preparazione delle più moderne società metropolitane.
Nel 1982, però, ci fu una grossa crisi per la concomitanza di diversi fattori: il mancato arrivo del contributo per lo stabilimento di Alano, la spesa per il rinnovo tecnologico degli impianti di San Bonifacio ed una forte crisi di mercato misero in ginocchio l’azienda che entrò in amministrazione controllata. La stragrande maggioranza dei creditori, però, nonostante la situazione difficile, concesse fiducia alla Ferroli ed il mercato, seppur bombardato dalla concorrenza, ribadì la sua fiducia al marchio di San Bonifacio.
Così nel 1986 si pose il problema contrario: l’azienda faticava a rispettare i tempi delle ordinazioni e doveva continuamente aumentare la propria capacità produttiva per soddisfare la valanga di richieste.
Lo slancio produttivo marciava di pari passo con il continuo aggiornamento degli impianti e con il miglioramento dell’ambiente di lavoro. In particolare la fonderia venne ammodernata e dotata di impianti ed apparecchiature tali da assimilarla a qualsiasi altro reparto della fabbrica per la sua salubrità pur avendo il più alto potenziale inquinante.
Nel 1989 la caduta del muro di Berlino e la scomparsa del regime comunista aprirono nel lungo periodo promettenti spazi commerciali nell’Est Europa. Con tempismo, infatti, la Ferroli colse l’opportunità acquistando a Dresda, in Germania, un’azienda che dà oggi lavoro a più di duecento persone e che sotto la guida del Dott. Passuello dopo pochi anni aveva già conseguito, per unanime riconoscimento delle autorità locali, apprezzabili risultati. Ma l’operazione di Dresda, come si vedrà nel paragrafo successivo, fu solo una delle prime acquisizioni che Ferroli intraprese in campo internazionale.