Detto anche “teorema della domanda reciproca”.
Mill parte dall’assunto che il commercio sia in realtà riconducibile ad un baratto, essendo la moneta un semplice strumento di scambio e che: “… non appena aperti i rapporti commerciali, il valore reciproco delle due merci si livellerebbe in entrambi i Paesi”.
Sulla base di ciò Mill perviene alla formulazione di quella che lui definisce “l’equazione della domanda internazionale”. Dice Mill:” la produzione di un paese si scambia con la produzione di altri paesi a quei valori che sono necessari affinché tutte le sue esportazioni paghino esattamente tutte le sue importazioni. […] Ogni commercio, fra nazioni o fra individui, è uno scambio di merci, col quale le cose che quelle nazioni o quegli individui hanno da vendere costituiscono anche i loro mezzi di acquisto: l’offerta degli uni costituisce la loro domanda per ciò che viene offerto dagli altri. Cosicché offerta e domanda non significano che domanda reciproca: è dire che il valore si adatta in modo tale da eguagliare la domanda da un lato con la domanda dall’altro”.

Se questa eguaglianza non si verifica e le intenzioni degli operatori non sono compatibili, si produrranno continui aggiustamenti nei prezzi dei beni (e quindi nel loro rapporto di scambio internazionale) finché non si verificherà l’uguaglianza tra le due domande reciproche e la ragione di scambio, che si è determinata, è una ragione di scambio di equilibrio. Essa dipende, in ultima analisi, oltre che dai prezzi che i due produttori dei due paesi riescono a praticare sul mercato internazionale (e cioè dalla domanda e dall’offerta), anche dal grado di elasticità della domanda.