Italgas nasce a Torino il 12 settembre 1837 come “Compagnia di illuminazione a Gaz per la città di Torino” ed è la prima società di produzione e distribuzione del gas illuminante ad essere stata fondata in Italia, grazie al capitale di imprenditori torinesi ed al contributo di tecnicifrancesi. L’illuminazione della città di Torino iniziò quindi nel 1938 dopo che tale sistema aveva già preso piede in molte metropoli europee: Londra nel 1814, Parigi nel 1829, Vienna 1833, etc.
Pur in presenza di difficoltà iniziali, la Compagnia di illuminazione a Gaz per la città di Torino riuscì nel 1864 a stipulare, prima in Italia, una convenzione con il Comune, la quale permise la nascita di un settore con una domanda in forte crescita ed in grado di generare forti guadagni. Tale situazione indusse altri operatori ad entrare nel mercato del gas.
La “Società Piemontese per l’illuminazione a Gas” fondata a Torino nel 1851 su iniziativa dei fratelli Albanelli, proprietari di un’industria di zolfanelli con sede in Borgo Dora, era l’unica reale concorrente della Compagnia di illuminazione a Gaz per la città di Torino. Nel 1856 le due società decisero di fondersi nella “Società Gaz Luce di Torino” gestendo in maniera coordinata le due reti di distribuzione unificando di fatto l’offerta di gas per la città di Torino. Per controbattere il potere della nuova società creatasi dalla fusione, nel 1862 un gruppo di grandi consumatori, in prevalenza proprietari e gestori di locali pubblici, si riunì in una società di tipo cooperativo, la “Società consumatori Gaz Luce” che costruì la propria officina di produzione in zona Vanchiglia.
L’anno successivo, il 1863, fu il punto di svolta epocale per la storia del gas a Torino; in seguito alla perdita del monopolio, la “Società Gaz – Luce di Torino” dovette procedere ad un’azione di ricapitalizzazione che vide il Credito Mobiliare assumere una posizione di controllo all’interno della compagine societaria grazie alla conquista del pacchetto di maggioranza. L’istituto diede quindi vita alla “Società Italiana per il Gaz” che disponeva anche di altre officine lungo il territorio italiano: Pavia, Bergamo, Cremona, Palermo. Di qui nacque una strategia di espansione basata non solo più sull’acquisizione e sulla creazione di nuove officine in varie parti d’Italia, ma anche attraverso una diversificazione degli utilizzi, sia nel campo domestico che in quello industriale.
La comparsa sul mercato dell’elettricità provocò il sorgere di paure legate alla possibile perdita di quote di mercato, e gli anni successivi furono anni di grande fermento anche per il tentativo di quasi tutte le società di cimentarsi con la nuova fonte energetica.
Ci si trovava quindi di fronte ad un mercato del gas che stava raggiungendo la piena maturità in contrasto con il mercato dell’energia elettrica che, pur se ai primi passi, rappresentava un mercato sostitutivo al mercato del gas naturale.
All’inizio del XX secolo la “Società Gaz – Luce di Torino” era presente su tutto il territorio nazionale grazie alle citate strategie di espansione e, nonostante la “Grande guerra”, il suo futuro continuava a promettere trend economici positivi.
Al termine del primo conflitto bellico mondiale, le due società concorrenti la “Società Gaz Luce di Torino” e la “Società consumatori Gaz Luce” dopo vari ed infruttuosi tentativi, riuscirono nel 1925 a procedere alla loro.
fusione creando quella che di fatto era una struttura industriale su scala nazionale, imperniata sui capitali e sulla tecnologia della “Consumatori”.
Holding finanziaria del gruppo fu la “Società Italiana per il Gas”, mentre la Consumatori, divenuta STIGE, riunì gli impianti di produzione e di distribuzione delle due vecchie società. Allo stesso tempo fu avviato un programma di acquisto su vasta scala dei pacchetti di maggioranza delle varie società del gas delle principali città italiane: Roma, Venezia, Firenze, Savona.
Sempre nel periodo post bellico si ebbe una radicale trasformazione della politica energetica italiana con la graduale perdita di peso delle fonti primarie di energia quali carbone ed energia idroelettrica a favore degli idrocarburi liquidi e gassosi; tale situazione portò la società ad entrare nel settore chimico ed elettrico, premessa per lo sviluppo di una robusta concentrazione finanziaria. Da impresa industriale si trasformò in una vera e propria holding, purtroppo destinata al collasso causato dalla grande crisi del 1929, che segnò il passaggio della società nelle mani di Alfredo Frassati, già proprietario de “La Stampa” il quale, a partire dal 1934, impostò un rigido programma di ristrutturazione basato su dismissioni e cessioni delle attività parallele alla produzione e alla distribuzione del gas. Tale politica riportò la “Società Italiana per il Gas” ad essere una società prettamente industriale. Proprio in questo periodo vi fu la scomparsa del carbone con la progressiva ed inarrestabile ascesa del Gas Naturale. Proprio tale passaggio segnò la nascita della società denominata “Italgas”; compiendo scelte che si rivelarono fondamentali dal punto di vista strategico che videro il passaggio dal gas di carbone al gas naturale, attraverso il gas di cracking, la società decise di abbandonare l’iniziale attività produttiva per occuparsi in via primaria della distribuzione di gas naturale per usi civili. Italgas diede il via alla metanizzazione del Paese realizzando la prima rete urbana di distribuzione del gas naturale nella città di Lodi, in prossimità dei primi giacimenti scoperti nella Val Padana.
In seguito all’acquisto del pacchetto di maggioraNza da parte della SNAM, società del Gruppo Eni, Italgas entrò a far parte del sistema delle partecipazioni statali; tale intervento pubblico, datato 1966, si basò sull’acquisizione di poco più del 30% del capitale di Italgas. Le crisi petrolifere del 1973 e del 1979 con la conseguente crescita incontrollata del prezzo del petrolio portò Italgas a cessare la produzione concentrandosi unicamente sulla distribuzione e vendita del gas naturale. In ultimo è da ricordare il ruolo fondamentale avuto da Italgas nel processo di metanizzazione del Sud Italia svoltosi negli anni ’70: alla fine del 1981 venne approvato il Piano Energetico Nazionale (PEN) con l’obiettivo di ridurre la dipendenza italiana dal petrolio incentivando la diffusione del gas naturale nel mezzogiorno. Il gruppo Italgas colse tale opportunità passando dagli 11 Comuni del Sud Italia serviti nel 1981 agli 86 nel 1984 con una previsione di investimenti pari a 2.840 miliardi di lire per il quinquennio 1981 – 1985.
Registrando una costante crescita nel tempo, oggi il Gruppo Italgas è leader nel settore del gas per uso civile in Italia ed uno dei maggiori operatori in Europa attraverso l’ENI, dopo la sua acquisizione il 27 gennaio 2003. Inoltre è uno dei maggiori gruppi italiani ad operare nella gestione dell’intero ciclo idro – potabile e ad offrire alle amministrazioni pubbliche la gestione di un pacchetto integrale di servizi: dal gas, al ciclo completo delle acque, alla raccolta dei rifiuti urbani: Ventuno aziende, italiane ed estere, oltre 1.400 Comuni in concessione, una rete di distribuzione che si estende per 45.000 chilometri, 8 miliardi di metri cubi di gas venduto, più di 5.700.000 clienti: sono questi i "numeri" della presenza di Italgas e delle sue Controllate in Italia.