Definizione di "CAPM (Capital Asset Pricing Model)", canale Economia

È un modello di equilibrio dei mercati finanziari proposto nel 1964 da
William Sharpe.
Più precisamente tale modello stabilisce una relazione tra rendimento e rischiosità dei titoli, quest'ultima misurata tramite un unico fattore di rischio detto beta.

Si basa su una serie di ipotesi che possono essere distinte in due blocchi: quelle comuni al modello di Markowitz (grazie alle quali è stato possibile determinare la frontiera efficiente) e le ipotesi aggiuntive.

Le ipotesi comuni sono essenzialmente le seguenti:
i) le preferenze degli agenti dipendono unicamente dal rendimento atteso e dalla varianza dei rendimenti;
ii) tutti gli agenti hanno lo stesso orizzonte temporale;
iii) tutti gli investitori sono avversi al rischio e massimizzano la propria utilità attesa.

A queste ipotesi se ne aggiungono di ulteriori:
iv) tutti gli agenti hanno le stesse aspettative relativamente ai rendimenti attesi e alle varianze-covarianze dei titoli;
v) c'è possibilità di vendita allo scoperto su tutti i titoli rischiosi;
vi) c'è la possibilità di prestare ed indebitarsi ad un unico tasso senza rischio;
vii). non ci sono costi di transazione;
viii). non ci sono tasse sul reddito individuale;
ix.) tutti gli assets sono infinitamente divisibili;
x). tutti gli agenti sono price takers;
xi). il mercato finanziario è in equilibrio;

di Marta Prosperi [Visita la sua tesi »]