Definizione di "Bermuda Commodities Exchange", canale Economia

Nel novembre del 1997 ha iniziato a operare una seconda borsa dei derivati assicurativi, il Bermuda Commodities Exchange (BCoE). I possessori di questa borsa sono un gruppo di compagnie di assicurazione e riassicurazione, banche commerciali e di investimento, broker di riassicurazione e altri operatori del settore assicurativo. Questi soggetti sono anche gli unici operatori ammessi alle contrattazioni.
Fino a oggi, la borsa è stata totalmente dedicata allo scambio di opzioni catastrofali, che hanno come base di riferimento il Guy Carpenter Index, un indice rappresentativo delle perdite degli assicuratori americani derivanti da eventi atmosferici.
Le opzioni possono essere scritte su sette regioni differenti:

- National: costituita da tutto il territorio degli Stati Uniti;
- Northeast, Southeast, Gulf, Mid/West: che aggregano i dati degli stati che compongono queste zone;
- Florida e Texas.

Le opzioni si riferiscono a soli due periodi, detti risk periods, il primo e il secondo semestre dell’anno.
In questo mercato si trattano opzioni binarie. Questo strumento finanziario prevede che chi acquista l’opzione riceva, a scadenza dalla controparte, una somma in contanti, se il valore dell’attività sottostante supera il prezzo di esercizio o nulla in caso contrario.
Questo mercato non ha raggiunto elevati volumi di scambi, probabilmente a causa della novità che esso rappresenta. Tuttavia, mira ad offrire agli assicurati e agli assicuratori gli stessi vantaggi delle opzioni del Cbot.
A fronte dei vantaggi, vi sono alcuni svantaggi, che si aggiungono agli svantaggi già evidenziati per il Cbot:

a) Le opzioni binarie sono più rischiose rispetto le call spead: una volta che il valore dell’indice raggiunge il prezzo d’esercizio, chi ha assunto la posizione corta deve pagare l’intero valore del contratto, e non solo l’eccedenza rispetto il premio d’esercizio;
b) Il saldo dei contratti avviene con un forte ritardo: il Pcs è in grado di produrre valori a pochi giorni dall’evento. Ciò permette agli operatori di incassare i profitti in tempi brevi e con elevata flessibilità. Il Bcoe offre meno flessibilità;
c) I margini richiesti sono molto onerosi: i costi di transazione del Bcoe sono molto superiori quelli del Cbot, in quanto il Cbot comprende altri mercati oltre quello dei derivati assicurativi e può beneficiare di economie di scala;
d) Mancano opportunità per gli speculatori: nessun mercato dei derivati può svilupparsi in assenza di speculatori che garantiscano un elevato livello di liquidità.

Dato che questi svantaggi sono tutti direttamente o indirettamente legati alle caratteristiche del Gcci, i cambiamenti che potrebbero aumentare l’interesse del Bcoe per gli operatori sono strettamente legati alle possibilità di miglioramento dell’indice, soprattutto per quanto riguarda i tempi di elaborazione.

di Alice Sozzi [Visita la sua tesi »]