Il CONI è un’articolazione del grande movimento olimpico che fa capo al Comitato Olimpico Internazionale (CIO), costituito dal barone De Coubertin nel 1894, gettando le basi per la celebrazione delle prime olimpiadi moderne. Il movimento sportivo in Italia, a quel tempo, aveva alle spalle più di mezzo secolo di storia. Già alla fine dell’ottocento erano attive molte società sportive le quali dettero origine alle Federazioni. Addirittura prima dell’unità nazionale (si completò solo nel 1871), venne fondata la Federazione Ginnastica d’Italia (1869), che fu la culla di molte altre discipline sportive. Tuttavia nell’aprile del 1896 quando si aprirono ad Atene i primi Giochi Olimpici, nessun italiano rispose all’appello del CIO. Per un’organica partecipazione ai Giochi di Atene venne costituito un apposito Comitato che prese il nome di Comitato Italiano per le Olimpiadi Internazionali. Iniziative analoghe, in assenza di un vero e proprio Comitato Olimpico, vennero assunte nel 1907 e nel 1912, rispettivamente per i giochi di Londra e di Stoccolma. Il 9 e 10 giugno 1914, in una riunione di delegati delle Federazioni sportive (che nel frattempo si erano costituite per quasi tutti gli sport) vennero gettate le basi del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Con l’avvento del Fascismo (1922) lo sport in Italia ebbe un notevole impulso e venne codificato, nel 1928 nella carta dello Sport. La presidenza del CONI venne assunta dall’On. Augusto Turati, che era anche il Segretario del Partito Fascista, e lo sport lentamente trasformato in importante riquadro nel quale riflettere le conquiste del regime.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1942, una apposita legge, che con diversi emendamenti è rimasta in vigore fino al 1999, sancì definitivamente i compiti e l’ordinamento del CONI come “Federazione delle Federazioni Sportive” e concentrò nell’organismo tutta l’attività sportiva italiana, svolta a qualunque livello. Nel 1946, sulle macerie della guerra, l’avvocato Giulio Onesti riuscì a ricostruire il CONI del quale venne eletto presidente fino al 1977. Il grande merito dell’Avv. Onesti è stato quello di aver riorganizzato la struttura sportiva italiana e restituito attraverso il gettito del concorso pronostici del Totocalcio, i mezzi finanziari per svilupparla. L’opera di ricostruzione cui si accinse Onesti era quasi disperata. Il patrimonio impiantistico era quasi distrutto ed i mezzi economici di cui poteva disporre erano praticamente inesistenti. Una tappa fondamentale per il rilancio dell’idea olimpica, fu l’organizzazione che il CONI ottenne dei Giochi Olimpici Invernali di Cortina nel 1956 e di quelli estivi di Roma del 1960. Negli anni sessanta lo sport, seguendo lo sviluppo economico del paese, cominciò a diventare un grande fenomeno di massa. Le Federazioni sportive riunite nel CONI, salite a 39, si impegnarono in una grande opera di proselitismo e diffusione. Un grande impulso lo offrì l’attività sportiva scolastica, integrativa dell’insegnamento dell’educazione fisica. Il CONI è un’articolazione del grande movimento olimpico che fa capo al CIO. I suoi scopi, sanciti dalla legge istitutiva, che si ispira all’art.24 delle regole olimpiche, sono quelle di incrementare e proteggere l’olimpismo e lo sport dilettantistico, nonché incoraggiare e sviluppare l’educazione fisica e morale e culturale della gioventù del paese per migliorarne il carattere, la salute il senso civico. Il CONI è un ente di diritto pubblico e ha la caratteristica di essere contemporaneamente il Comitato Olimpico riconosciuto dal CIO e l’organismo cui sono demandate, per espressa volontà delle Federazioni sportive, le funzioni di coordinamento, di indirizzo e di controllo dell’intero movimento sportivo agonistico. Società sportive, Federazioni Sportive Nazionali e CONI costituiscono l’organizzazione, che è caratterizzata da un collegamento stretto e permanente tra i soggetti. Infatti, un certo numero di appassionati di uno sport si uniscono liberamente in una associazione per propagandare e praticare una certa disciplina sportiva. Le varie associazioni sorte in luoghi diversi si collegano tra di loro allo scopo di organizzare ed attuare incontri per i rispettivi atleti. Poiché tali incontri si ripetono periodicamente, gli organi provvisori creati per organizzarli si trasformano in istituzioni stabili.
L’organizzazione dello sport agonistico presenta dunque una notevole complessità, ma le sue cellule fondamentali sono sempre le società sportive affiliate alle federazioni sportive nazionali e riconosciute dal CONI. Come stabiliscono le regole olimpiche, per uno stesso sport non può essere riconosciuta più di una federazione ed è il Consiglio Nazionale del CONI che, dopo aver esaminato le richieste e l’importanza delle nuove discipline che intendono affiliarsi all’Ente ne delibera o meno il riconoscimento. Ogni federazione da parte sua deve aderire alla competente Federazione Internazionale riconosciuta dal CIO e applicarne le norme. Il CONI dal punto di vista dell’ordinamento sportivo internazionale, si configura come un comitato del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Quest’ultimo è una organizzazione che si autodefinisce “associazione di diritto internazionale con personalità giuridica” e che si prefigge il compito di promuovere lo sport e di organizzare i Giochi Olimpici. Il C.O.N.I. adempie una funzione nel nostro ordinamento che è quella di “organizzare e potenziare lo sport nazionale indirizzandolo verso il potenziamento atletico con particolare riferimento al miglioramento fisico e morale”. Costituito come ente pubblico con legge 16 febbraio 1942 n. 426, esso costituisce una figura alquanto atipica non solo per l’ evoluzione storica ma anche per la legislazione di riferimento recente ed attuale.
Con la legge n. 70 del 20 marzo 1975 è stato incluso tra gli enti parastatali; si tratta di un ente pubblico di tipo federativo, particolare per la sua triplice qualificazione: quale soggetto operante in campo internazionale come organo esecutivo del Comitato Internazionale Olimpico (CIO); quale ente di diritto pubblico interno; e quale federazione delle federazioni sportive nazionali.
Con l’inclusione nel c.d. parastato, il CONI è stato accomunato agli enti strumentali ed ausiliari di cui si avvale lo Stato, è stato quindi qualificato come ente pubblico necessario ed inquadrato nella quinta categoria della tabella A allegata alla legge, tra gli enti proposti ad attività sportive, turistiche e del tempo libero, intesa come settore materiale in cui l’ente opera.
Secondo alcuni “con tale legge il CONI è entrato nella fase conclusiva di un processo che lo ha trasformato da “ente indipendente” in “ente strumentale” dello Stato. Tale posizione giuridica, di fatto insostenibile, in cui si venne a trovare il CONI suscitò in alcuni dubbi di legittimità costituzionale o comunque sollevava dei problemi di riforma legislativa; riforma di cui si cominciò a parlare sin dal 1944 e che ha visto susseguirsi nelle ultime legislature una serie di iniziative per un’armonica e complessiva risistemazione della materia, che ha portato alla approvazione della legge 138 del 1992 in attesa di una legge quadro sullo sport già da tempo in discussione e da molti auspicata.
Secondo alcuni Autori, la legge 23 marzo 1981 n. 91 ha introdotto ulteriori complicazioni attribuendo alle federazioni, nei confronti delle società sportive, poteri che si giustificano solo nell’ambito di una concezione pubblicistica del rapporto CONI – federazioni, e nello stesso tempo mette in risalto la struttura associativa e l’autonomia tecnica, organizzativa e di gestione delle federazioni, attribuendogli la capacità di assumere personale con contratto di diritto privato.
Altri lamentano, invece, che “si è di fronte ad una situazione allo stato fluido che rende indispensabile un intervento legislativo che metta fine al sistema accentrato basato sulla legge del 1942, sostituendolo con un ordinamento settoriale in cui al CONI, oltre alle funzioni connesse alla sua qualifica di soggetto dell’ordinamento sportivo internazionale vengano conservate solo funzioni di programmazione, di direzione e di controllo nei confronti degli altri soggetti dell’ordinamento sportivo nazionale…”.
Solo con l’approvazione della legge 138 del 1992 è stato riassegnato al CONI un ruolo a lui più adatto, infatti tale legge introduce delle deroghe alla legge 70 ed al DPR n. 696 del 1979 nonché ad alcuni articoli della legge quadro sul pubblico impiego11, e quindi riconosce il potere al CONI di darsi una propria e distinta regolamentazione organica e normativa, che fondata sulle sue esigenze, garantisca il miglior funzionamento della sua struttura ad ogni livello.